Piombino, Grillo flop
nella piazza operaia
Di Claudia Fusani, inviata a Piombino
27 aprile 2014
Perché il reddito viene dopo. Sono duemila i lavoratori, tra diretti e indiretti, da ieri senza più la certezza del futuro. Venir qui a barattare il reddito di cittadinanza con l’orgoglio della professionalità operaia è un errore che crea un gelo abissale tra il comico e un pubblico che non era il suo e di sicuro non lo è diventato ieri. Nei viali della fabbrica davanti alla Direzione saranno in millecinquecento a sentire Beppe Grillo. È una bella giornata, di quelle che da queste parti si dedicano al mare qualsiasi cosa debba o possa accadere. Le quattro sono un orario compatibile.
Un rigido servizio d’ordine divide, stranamente, gli ingressi tra pubblico e stampa. Il palco è davanti agli uffici. Lì sopra e intorno si stanno scaldando alcune senatrici Cinquestelle, Nunzia Catalfo, Sara Paglini, Laura Bottici, che spiegano a modo loro perché l’accordo di programma siglato l’altro giorno da governo e regione è «una bufula», il trionfo del «solito cinismo delle parole».
Le prime file sono tutte rigorosamente Cinquestelle. Il resto, il grosso, è di uomini e donne con le braccia conserte e i visi scuri. Perché pretendono soluzioni. Concrete. Sicché uggiano e mormorano e si danno di gomito quando la senatrice Catalfo comincia a parlare di reddito di cittadinanza.
Nessun commento:
Posta un commento