domenica 9 marzo 2014

Non condivido alcune riflessioni ma l'impostazione di questo articolo è veramente originale.


Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente 
"I valori non sono opinioni" nasce per commentare notizie, curiosità e storie di vita di carattere sociale e sentimentale. La lente di analisi è unica ed imprenscindibile: si tratta della coscienza.

Festa della Donna l'8 marzo: quando la festa dell'Uomo?

Marilia Parente 8 Marzo 2014
Mimose, auguri e gentilezze. Per carità: tutto molto apprezzabile per la Festa della Donna. Ognuna sceglie di vivere l'8 marzo come le pare: qualcuna va in discoteca, qualche altra improvvisa improbabili serate tra amiche in cerca di uomini, qualche altra ancora si limita a sentirsi protagonista della festa, in compagnia di chi ama. Ma, personalmente, trovo vi sia qualcosa che davvero non tornanell'8 marzo. Con la ricorrenza, come è noto ai più, c'è chi ricorda e omaggia le donne operaie morte tragicamente nel rogo in una fabbrica, nei pressi della quale, si narra, vi fosse un grande albero di mimose. Altri la festeggiano per rivendicare i diritti femminili e le dure battaglie affrontate, pagate anche con la vita, per ottenere la parità dei sessi.
Ma in realtà, avrei una domanda da porre: come mai, se esiste la Festa della Donna e se esiste la parità tra i sessi, non esiste anche la festa dell'Uomo? Magari per ricordare i tanti operai morti tragicamente sul posto di lavoro, proprio come accadde alle donne ricordate l'8 marzo. O ancora i tanti uomini che, quotidianamente, lottano per vivere dignitosamente e in maniera onesta senza lasciarsi sopraffare e svendersi ai potenti. Se esiste, come molte donne amanti dell'8 marzo sbandierano, la parità sudata dalle nostre antenate, come mai si celebra solo uno dei due sessi? Dove si trova, quindi, la parità che tanto si mira a ostentare? Mi spingo oltre: a mio avviso, anche le tanto applaudite quote rosa non rappresentano altro che una forma diversa di discriminazione. Non si può assegnare una posizione ad una donna solo perchè tale: perchè poi?
Si tratta, forse, di un atto di magnanimità nei confronti di chi deve solo al suo sesso il posto ottenuto? O, assurdamente, si immagina di ingraziarsi il rispetto (e le preferenze per le elezioni magari..) delle donne, favorendole per il solo fatto di avere una F piuttosto che una M sopra i documenti? Credo che una società civile, una società che rispetti effettivamente la persona,assegni un posto o una posizione per il merito e per la valenza di un individuo, non certo per il suo sesso. Non bisogna offrire vantaggi alla donna: non ne ha certo bisogno perchè non si trova in una condizione di svantaggio (perdonate il gioco di parole). Bisogna valutare donne e uomini in maniera indistinta ed in base esclusivamente a competenze e meriti. Basta poco per comprendere come ogni altro atteggiamento celi, in realtà, forme di discriminazioni sottese non molto dissimili da chi è stato combattuto dalle femministe. Il mio auspicio per oggi, dunque, lo rivolgo affinchè ogni donna possa scegliere di essere valutata, premiata e festeggiata non per il suo sesso, ma per ciò che realmente ha conquistato e meritato. Per lapersona che è.

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