venerdì 14 marzo 2014

Questi dovrebbero essere i politici pavesi. Ecco perchè Grillo prende tutti quei voti.

A Pavia dopo l’arresto di Filippi

FilippiEttore Filippi è stato arrestato. La Procura di Pavia è convinta di aver raccolto elementi a sufficienza per sostenere  un processo in cui approdare a una sentenza che affermi che l’ex vice sindaco di Pavia è un corruttore che ha intascato mazzette per decine di migliaia di euro. Filippi ora si trova agli arresti domiciliari in un appartamento del centro storico. Potesse parlare ci spiegherebbe che è vittima di una campagna di “criminalità urbanistica” e che il provvedimento nei suoi confronti altro non è che “un’iniziativa giudiziaria”. Le sue parole le prendo a prestito dall’intervista rilasciata a un settimanale locale pochi giorni fa. Dove Filippi ha aggiunto  che “gli scandali si fanno con le condanne, non con le iniziative giudiziarie”. Stia tranquillo Filippi: a me il suo arresto mette solo tristezza, un tassello in più alla Grande Bruttezza della peggior città del Nord Italia con l’eccezione di Imperia. La classifica non è mia, ma del Sole 24 Ore. E si riferisce alle condizioni di vivibilità di Pavia rispetto a tutti gli altri capoluoghi dello stivale. Filippi,  che è nato a Lecce il 25 agosto 1942, è stato poliziotto anti-terrorismo e capo della squadra mobile di Pavia. Padre di cinque figli, da un quarto di secolo è protagonista assoluto della politica cittadina. Le foto che vedete risalgono al maggio di tre anni fa. Sono separate da due settimane appena. In quella a sinistra Filippi è nella sede di un comitato elettorale insieme a Vittorio Poma, a quel tempo presidente della Provincia uscente, scaricato dal Pdl e candidato per l’Udc e una lista civica creata nel suo nome. Filippi sta consultando con lui i dati del voto provinciale dopo il primo turno. Nell’immagine a destra, invece, due domeniche dopo Filippi si fa ritrarre in piazza davanti agli elettori di Daniele Bosone, appena eletto presidente della Provincia al ballottaggio e sostenuto da Partito Democratico, Italia dei Valori e Sel.  Filippi di fronte a queste due foto alzerebbe le spalle. E ci regalerebbe una delle sue frasi trancianti del tipo “tu di politica non capisci niente”. Per fortuna, ci tengo ad aggiungere. Perché del modo di intendere la politica del poliziotto diventato vice sindaco nella giunta Capitelli di centrosinistra ci professiamo assolutamente ignoranti. Filippi nel 2009, alle Comunali che hanno eletto Alessandro Cattaneo sindaco, cambiò maglia, allestì la lista Rinnovare Pavia e si schierò con il centrodestra incassando 2575 voti, pari al 7,54%, “voti decisivi per portare Cattaneo al 54%”, dunque oltre le forche caudine del ballottaggio. Anche queste affermazioni  le riporto dall’ultima intervista rilasciata da Filippi al settimanale Il Lunedì. Dove insieme alle sue personalissime pagelle dei buoni e dei cattivi politici,  Filippi aveva annunciato il ritorno in Forza Italia profetizzando per Cattaneo la vittoria al primo turno alla faccia di quanti tirano al ballottaggio per poter restituire compattezza a un centrosinistra diviso. Anche questo è un teorema che Filippi seguita a ripetere come un mantra sul Mondo di Pavia, il suo sito di informazione on line. Restano da dire due cose. Alessandro Cattaneo, il sindaco di Forza Italia, ha messo insieme una sua lista civica in vista delle amministrative del prossimo 25 maggio per poter saltare oltre l’asticella del 50% con mezzi propri. Il suo è il tentativo di formare una coalizione un poco più snella per sottrarsi a ricatti e regolamenti di conti interni al centrodestra che stanno caratterizzando la fine di mandato sua e di questa giunta. L’altra è che se a Pavia da un quarto di secolo è andato bene il modo di intendere la politica come Filippi la intende, lui che i partiti li ha attraversati tutti, ma proprio tutti, beh… i pavesi per una volta si facciano un esame di coscienza e riconoscano che questo è quello che vogliono. Anche se poi i camaleonti come Filippi nella realtà non esistono. Sono solo fiction. Il problema è che tanti dei cittadini di Pavia hanno voluto che la fiction  prendesse il  posto della realtà. Come in un Truman show venuto male e che pare senza fine. E la parola fine, più che la procura o la sentenza di un processo, la può mettere solo la gente di Pavia. (su Twitter @stepallaroni)
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