A Gravina in Puglia assassinato il “paladino della legalità”
Per anni aveva denunciato abusi e irregolarità, due killer lo hanno ucciso sotto casa con due colpi di pistola alla testa
Per anni a Gravina in Puglia si era battuto pubblicamente contro tante ingiustizie e aveva presentato decine di esposti per irregolarità e abusi guadagnandosi l’appellativo di “paladino della legalità”. E più di una volta lo avevano minacciato di morte, ma Pietro Capone, 49 anni, fino a ieri sera, quando è stato ucciso, aveva continuato a denunciare ingiustizie e a lottare per la legalità.
Lo hanno assassinato in via Pisa, a una ventina di metri dalla sua abitazione, con due colpi di pistola alla testa. Gli investigatori, al momento, escludono che l’omicidio sia maturato in ambienti criminali. Piuttosto si ipotizza il risentimento di qualcuno nei confronti di Capone proprio a causa della sua nota propensione a denunciare ciò che non andava.
Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, Capone, stava camminando a piedi quando ha incrociato i suoi killer, forse due, che lo hanno ucciso sparandogli due colpi a distanza ravvicinata con una calibro 7,65. Proprietario di molti terreni e immobili, Capone, che a Gravina in Puglia era molto conosciuto, lavorava amministrando i beni di famiglia. Negli anni aveva presentato denunce ed esposti, anche contro la pubblica amministrazione, con i quali, puntualmente, segnalava irregolarità e abusi edilizi.
«Quello che interpreto all’interno della comunità – ha dichiarato il sindaco di Gravina, Alessio Valente – è un sentimento di sgomento e rabbia verso un gesto violento che offende la serenità dei miei concittadini».
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