giovedì 13 marzo 2014

Altri tre che se ne vanno ma per gli omertosi grillini talebani non è successo niente. Ah, ah, ah……Niente.

M5S, lasciano tre consiglieri: «Non c'è democrazia»

  Il Movimento perde un altro pezzo. Tre consiglieri di quartiere di Bologna cambiano il nome del gruppo, in polemica con la gestione del duo Grillo-Casaleggio

| di Francesco Oggiano
Il Movimento 5 Stelle perde un altro pezzo. La defezione arriva da quell'Emilia che tanto ha fatto tribolare la gestione del duo Grillo-Casaleggio, prima con Giovanni Favia, poi con Federica Salsi e infine con Adele Gambaro. Ad andarsene in tronco sono tutti e tre i consiglieri di zona del Quartiere Navile di Bolognaeletti con il Movimento nel 2011. Marco Badiali, Francesco Moretti e Michele Onofri, questi i loro nomi, hanno deciso di privarsi del simbolo di Grillo e di cambiare il nome del loro gruppo consigliare da «Movimento 5 Stelle» a «Laboratorio Navile».

Lo strappo è ancora più grave perché è stato deciso e votato nel corso di un'assemblea tenutasi l'11 marzo e a cui hanno partecipato una ventina di attivisti bolognesi. «Vogliamo marcare le distanze da comportamenti e gesti che non abbiamo mai condiviso, sia a livello nazionale che locale», spiegano i tre consiglieri. «È un passo doloroso, ma inevitabile, questo e' il nostro modo per mantenere saldi i principi di confronto, di condivisione e di democrazia».

I tre si pongono così fuori dal Movimento, anche se uno di loro era di fatto già stato cacciato. A inizio gennaio, infatti, il consigliere Michele Onofri aveva inviato una lettera aperta a Grillo, in cui criticava la gestione poco democratica del comico, irrigiditasi ancora di più dopo l'entrata in Parlamento. «Alcuni giorni dopo la mia lettera, non sono più riuscito ad accedere al portale del Movimento : « Stelle», spiega Onofri. Il suo indirizzo non è stato più riconosciuto, segno inequivocabile dell'espulsione.

Nelle scorse settimane, la maturazione della decisione di uscire definitivamente dal Movimento. I tre consiglieri hanno convocato un'assemblea di quartiere e hanno sottoposto la loro idea agli attivisti, che dopo una discussione, hanno scelto la strada del cambio di nome del gruppo. A pesare sulla scelta sono stati gli storici contrasti con gli altri consiglieri M5S di Bologna, a livello locale, e le espulsioni dei nove senatori dissidenti, a livello nazionale. «Sono metodi», aggiunge Onofri, «che non contemplano i valori fondanti del Movimento: condivisione e democrazia partecipativa».

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