Renzi: "Mille euro in più in busta paga".
L'Irap giù del 10%, su le tasse sulle rendite
Il premier elenca le misure adottate dal Consiglio dei ministri. Previste agevolazioni fiscali per i redditi fino a 25mila euro lordi, le coperture con la spending review e lo spazio sul deficit. Ma l'attuazione è rimandata al Def ed altri decreti. Accelerazione sullo sblocco dei debiti della Pa: 68 miliardi entro luglio. Piano scuola da 3,5 miliardi, altri 1,7 miliardi nel piano casa
di GIULIANO BALESTRERI e RAFFAELE RICCIARDI
MILANO - E' durato poco meno di due ore il Consiglio dei ministri che promette di mettere mille euro netti in più all'anno in tasca agli italiani che guadagnano meno di 1.500 euro al mese.
Misure per i lavoratori. Il premier Matteo Renzi ha spiegato in conferenza stampa, dove ha parlato di "cento giorni di lotta molto dura per cambiare" il Paese, che le misure fiscali entreranno in vigore dal 1° maggio, mentre "non ci sono i tempi tecnici" per anticiparle ad aprile. Conle sue slide di presentazione, l'ex sindaco di Firenze ha indicato un guadagno di 1.000 euro netti in busta paga per chi ha una remunerazione di meno di 1.500 euro al mese: si tratta di circa 80 euro in più al mese. I destinatari del provvedimento sono "una platea di 10 milioni di persone", cioè coloro che guadagnano fino a 25mila euro lordi. Renzi li ha qualificati come "un po' di ceto medio, non solo i meno abbienti". Tuttavia restano ancora sul tavolo diverse modalità d'intervento per il taglio dell'Irpef, che verranno definite nei provvedimenti attuativi dei prossimi giorni. L'orientamento dell'esecutivo è per un
incremento delle detrazioni, ma resta aperta la porta a un mix che includa la rimodulazione delle aliquote.Misure per i lavoratori. Il premier Matteo Renzi ha spiegato in conferenza stampa, dove ha parlato di "cento giorni di lotta molto dura per cambiare" il Paese, che le misure fiscali entreranno in vigore dal 1° maggio, mentre "non ci sono i tempi tecnici" per anticiparle ad aprile. Conle sue slide di presentazione, l'ex sindaco di Firenze ha indicato un guadagno di 1.000 euro netti in busta paga per chi ha una remunerazione di meno di 1.500 euro al mese: si tratta di circa 80 euro in più al mese. I destinatari del provvedimento sono "una platea di 10 milioni di persone", cioè coloro che guadagnano fino a 25mila euro lordi. Renzi li ha qualificati come "un po' di ceto medio, non solo i meno abbienti". Tuttavia restano ancora sul tavolo diverse modalità d'intervento per il taglio dell'Irpef, che verranno definite nei provvedimenti attuativi dei prossimi giorni. L'orientamento dell'esecutivo è per un
Le risorse necessarie per questo provvedimento ammontano a 10 miliardi annui, che scendono a meno di 7 miliardi in considerazione del fatto che gli effetti partiranno da maggio. Il premier ha detto che verranno reperiti "sulla base dei risparmi di spesa", e "senza l'aumento di tassazione".
Per le coperture, il premier ha affrontato il capitolo della spending review, circa la quale il Commissario starordinario Carlo Cottarelli ha parlato di 3 miliardi di risparmi possibili per il 2014. Ma Renzi ha argomentato che si tratta di una stima prudenziale, mentre l'impatto integrale dei risparmi potrebbe arrivare a 7 miliardi. A questi ha aggiunto i 6 miliardi che riguardano la possibilità di ampliare il deficit pubblico, attualmente previsto al 2,6% del Pil contro un limite europeo del 3% (ne verrà fatto un "uso parsimonioso", ha poi precisato il ministro delle Finanze, Padoan). Renzi ha ancora parlato di "una fetta importante, nell'ordine dei miliardi", di maggiore gettito possibile in relazione allo sblocco dei debiti della Pa. Ha poi indicato i risparmi legati al calo dello spread come ulteriori spazi finanziari per coprire i 10 miliardi richiesti, anzi ha indicato "margini che sono ben sopra" quella cifra.
In sostanza, le misure attuative dovranno andare nel Documento di Economia e Finanza (Def) che sarà all'ordine del giorno nelle prossime settimane e in altri decreti attuativi. Oggi, quindi, il Cdm si è limitato ad "approvare la relazione del premier che ha individuato le coperture e i destinatari" dei provvedimenti sulle tasse. "Rispetteremo tutti gli adempimenti europei", ha garantito però Renzi: "Non c'è una flessibilità di spesa, c'è uno Stato che decide di spendere i propri soldi nei rispetti dei limiti europei".
Misure per le imprese. Sul versante delle imprese, Renzi ha annunciato una dimunizione del 10% dell'Irap per le aziende - sempre dal 10 maggio - che verrà finanziato con l'aumento della tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26%, ad esclusione dei titoli di Stato, con un gettito previsto di 2,6 miliardi. "La tassazione sulle rendite finanziarie va in linea con gli altri Paesi europei, e con questo si abbassa il costo del lavoro", ha detto il premier in conferenza. Questa misura è al di fuori del conteggio dei 10 miliardi di cuneo, "ma rientra in un riequilibrio delle imposte". Il ministro Guidi ha poi specificato che il taglio dell'Irap andrà a impattare per 1,4-1,5 miliardi sulla quota che pesa sulle spalle delle piccole e medie imprese.
Il Jobs Act. Quanto al lavoro, il governo ha annunciato il progetto della garanzia giovani da 1,7 miliardi e confermato l'impianto delle anticipazioni dei giorni scorsi. Da giugno partirà invece il fondo per le imprese sociali, con mezzo miliardo di dotazione. L'esecutivo procederà con "un disegno di legge delega per riorganizzare l'intero sistema del lavoro", che verrà coperto per le risorse necessarie con le coperture indicate per le norme fiscali che non verranno utilizzate. Nel decreto legge è andata invece la semplificazione del contratto a termine e dell'apprendistato: si modifica profondamente i dettami della riforma Fornero.
Pagamento dei debiti. Prima di parlare del Fisco, Renzi si era soffermato sul tema dello sblocco dei debiti della Pubblica amministrazione, quantificato dal premier - che ha citato i dati di Bankitalia - in 68 miliardi di euro che verranno liberati entro luglio (22 miliardi sono già stati pagati dai governi precedenti). Renzi ha spiegato che già questa misura è in grado di generare ricadute in termini di coperture economiche, perché "se io pago i debiti della Pa immetto liquidità nel sistema e agevolo maggior gettito fiscale".
Il ministro dell'Economia, Padoan, ha precisato che si tratta di un disegno di legge che "eviti che in futuro si verifichino di nuovo episodi del genere". In primo luogo introduce un "fattore di estrema trasparenza" nel pagamento dei debiti, rendendo più facilmente tracciabile lo stato dei pagamenti. Il secondo aspetto del provvedimento agevola poi la cessione alle banche dei crediti che le aziende vantano, affidando alla Cdp il ruolo di garanzia per la cessione dei crediti. In terzo luogo si allentano i vincoli del Patto di Stabilità interno in modo da permettere agli Enti locali che hanno le risorse di pagare i propri fornitori.
Credito, scuole, casa e territorio. Il Cdm, ha spiegato ancora l'ex sindaco di Firenze, prevede poi il rafforzamento del fondo di garanzia per il credito, con 500 milioni di risorse in più. Questo strumento, ha ricordato il premier insieme a Graziano Delrio, "ha già garantito 10 miliardo di euro di accesso al credito. E' una misura importante e significativa, le aziende sanno quanto è importante". Quanto al piano per le scuole, le risorse a disposizione sono 3,5 miliardi e dal 1° aprile sarà attiva presso il Miur una unità di missione che segua il lavoro di rilancio dell'edilizia. Gli interventi relativi all'edilizia scolastica "non creeranno problemi ai sindaci per il Patto di Stabilità", ha poi aggiunto Renzi, che ha parlato anche di 1,6 miliardi di risorse disponibili e già computate ai fini del Patto per la tutela del territorio. Motivo per cui, sempre da inizio aprile, saranno attive due unità di missione per agevolare il percorso burocratico.
Il piano casa prevede invece uno stanziamento da 1,7 miliardi. L'ultimo provvedimento annunciato riguarda la diminuzione del 10% del costo dell'energia per le Pmi.
(12 marzo 2014)
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