domenica 9 marzo 2014

Altra vergogna nazionale. Partecipate piene di famigliari e parenti di politici. Ovviamente i membri dei consigli di amministrazione sono tutti appartenenti ai sindacati Cisl o Uil e dei partiti.

Quanto ci costano le società partecipate dalla Pubblica Amministrazione

di   - 09/03/2014 - I conti di Confindustria

Quanto ci costano le società partecipate dalla Pubblica Amministrazione
Nel mare magnum delle sue partecipazioni (39.997 in 7.712 organismi), la pubblica amministrazione si carica di oneri per 22,7 miliardi, circa l’1,4% del Pil. Un costo enorme per la collettivita’ che potrebbe essere ridotto di 12,8 miliardi tagliando le partecipazioni che non erogano servizi pubblici. I dati sono illustrati dal Centro Studi di Confindustria che sottolinea come sia urgente il riassetto di queste partecipazioni, sia al fine di recuperare risorse per ridurre il carico fiscale e il debito pubblico, sia per liberare il mercato dalla presenza spesso impropria dello Stato. L’onere sostenuto dalle pubbliche amministrazioni per il mantenimento degli organismi partecipati secondo il Centro Studi di Confindustria:
PARTECIPATE
QUANTO CI COSTANO LE SOCIETA’ PARTECIPATE – “L’utilizzo delle partecipate – aggiunge il Csc – e’ divenuto una fonte di abuso sempre piu’ diffusa, che sfrutta posizioni dominanti sul mercato e consente di eludere i vincoli di finanza pubblica, reclutamento del personale e acquisto di beni e servizi”. Secondo il Centro studi, “le norme varate negli ultimi anni si sono rivelate inefficaci nel contenere questo fenomeno”. Un tema su cui proprio due giorni fa aveva lanciato l’allarme la Corte dei Conti, osservando che le societa’ partecipate dagli enti pubblici, sono “in alcuni casi strutturate in scatole cinesi”, con la messa a rischio l’equilibrio finanziario dell’ente “fino a provocarne il dissesto”. La Corte dei Conti sottolineava anche di “avere le armi spuntate sul controllo dei bilanci in quanto enti di diritto privato. Secondo le elaborazioni del Centro Studi Confindustria sulla Banca dati Consoc (gestione della partecipazione di pubbliche amministrazioni a Consorzi e Societa’), il 62,7% delle partecipazioni della PA sono in societa’, il 34,5% in consorzi e il 2,8% in fondazioni.
CHI VINCE LA GARA – Il maggior numero di partecipazioni e’ delle PA in Lombardia (7.496 partecipazioni), seguite da Piemonte (7.061), Veneto (4.123) e Toscana (3.606). Le PA nel Lazio (che includono le PA centrali oltre a quelle locali) sostengono un onere di quasi 9,5 miliardi. In Lombardia poco piu’ di 5,5 miliardi. Circa i due terzi degli oneri complessivi sono determinati da organismi partecipati da Regioni, Comuni, Province e altre autonomie locali. Il terzo restante deriva da organismi partecipati dallo Stato. Incrociando la banca dati Consoc con la banca dati Aida – aggiunge il Centro Studi Confindustria -, e’ stato possibile associare alle partecipate i loro bilanci e il relativo codice di attivita’. Sulla base di questo incrocio, e’ stato possibile esaminare 4.864 organismi partecipati su un totale di 7.712, cioe’ il 63,1% degli organismi registrati nella banca dati Consoc.
NIENTE ATTIVITA’ DI INTERESSE GENERALE – I dati mostrano che quasi i due terzi degli organismi esaminati (3.106 su 4.864) non svolgono attivita’ di interesse generale pur assorbendo nel 2012 il 56,4% degli oneri sostenuti dalle PA. Se si ipotizzasse – conclude il Csc – che, anche per gli organismi riportati nella banca dati Consoc di cui non e’ stato possibile ricostruire il codice attivita’, il 56,4% degli oneri fosse erogato a quelli che non producono servizi di interesse generale, si quantificherebbero appunto in 12,8 miliardi le risorse che potrebbero essere risparmiate azzerando i trasferimenti di risorse verso organismi che non svolgono servizi pubblici.(ANSA)

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