Orban promette: in galera profughi. Migliaia, dove li mette?
Proprio mentre Orban annuncia la stretta le agenzie battono di un nuovo "record" di migranti in Ungheria. Ne entrano decine ogni minuto
Pubblicato il 11 settembre 2015 15.55 | Ultimo aggiornamento: 11 settembre 2015 17.32
di Danilo Meconio
BUDAPEST – Viktor Orban ha fissato la data e il provvedimento: da martedì 15 settembre tutti i migranti che entreranno illegalmente in Ungheria saranno arrestati, processati e rischiano fino a tre anni di cella. Provvedimento indubbiamente coerente con la linea durissima che Orban ha scelto di tenere con i migranti: no alle quote, campi di emergenza, treni fermi, manifesti terrorizzanti su presunte malattie e lancio di cibo come con gli animali.
Sempre oggi 11 settembre Orban ha dato la colpa della crisi alla Grecia. Come se un paese da solo potesse e dovesse arginare l’onda. Anche questo, però, è coerente con l’Orban pensiero. Quello che non torna sono però i conti. In Ungheria entrano ogni giorno, diverse migliaia di migranti. Da gennaio a qualche giorno fa si parlava di circa 165mila.
E’ vero, tanti sono già andati via in Germania e il nord Europa, ma ne restano ancora diverse decine di migliaia. E altre decine di migliaia arriveranno nelle prossime settimane. Allora la domanda sorge spontanea: come pensa Orban di avere carceri, strutture e tribunali per poter arrestare e processare migliaia di profughi? Profughi che nel frattempo andrebbero nutriti e curati. Tenuti a forza in cella in Ungheria per il reato “scappare dalla guerra”. Profughi per cui l’Ungheria è solo un passaggio necessario.
Quanti posti nelle carceri ha l’Ungheria. Certamente non abbastanza. A meno che Orban non stia pensando a una soluzione diversa: giganteschi campi di detenzione. Per chi ha già mandato l’esercito al confine sarebbe solo un piccolo passo. Per l’Europa sarebbe un altro passo verso l’abisso.
E non a caso, proprio mentre Orban annuncia la stretta le agenzie battono di un nuovo “record” di migranti in Ungheria. Ne entrano decine ogni minuto, scrive l’Ansa. Lungo i binari verso Rozske sono passati oltre duecento migranti nell’arco di dieci minuti. A Horgos, in Serbia, i migranti arrivano con gli autobus. Un esodo che non sembra arrestabile, neppure con la minaccia del carcere.
Nessun commento:
Posta un commento