lunedì 7 settembre 2015

Se qualche tonto leghista anche razzista al bar continua a ripetere le solite sciocchezze sul fatto che i profughi hanno il tablet potete (se sa leggere) fargli leggere questo articolo. Un giornalista chiama idioti questi razzisti spiegando quello che modestamente scrivo da mesi. Queste persone scappano dalla Siria che era un paese non alla fame. E una famiglia media in Siria poteva permettersi anche di avere un computer. L'idea degli idioti è invece che quelli che arrivano dovrebbero essere dei miserabili. Quelle famiglia non sono scappate perché non potevano mangiare. Avevano un lavoro e una famiglia come noi e magari anche i soldi per poter viaggiare fino in Europa. Se non si fosse stata la guerra sarebbero rimasti volentieri in Siria. Per non morire o sotto le bombe o uccisi dall'ISIS sono scappati. Portandosi il tablet che in Siria quando c'era la pace potevano tranquillamente permettere.

Lo avrete sicuramente letto tra i commenti al post razzista del vostro ex compagno di classe alle medie che già all'epoca sembrava coglioncello: ma perché se questi siriani / africani / asiatici sono poveri hanno tutti lo smartphone? Eh? Dove hanno trovato i soldi per il telefonino? Chilipaka? Come fanno a filmare gli sbarchi? Tutto uno spot per il rilancio del Nokia 3310?
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Lo avrete sicuramente letto tra i commenti al post razzista del vostro ex compagno di classe alle medie che già all’epoca sembrava coglioncello: ma perché se questi siriani / africani / asiatici sono poveri hanno tutti lo smartphone? Eh? Dove hanno trovato i soldi per il telefonino? Chilipaka? Come fanno a filmare gli sbarchi? Tutto uno spot per il rilancio del Nokia 3310? Siccome più o meno gli stessi commenti li stanno facendo nel Regno Unito – a dimostrazione che le vie del Coglione sono infinite – James O’ Malley sull’Independent ha deciso di rispondere alla domanda, non prima di aver definito chi la fa.

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profughi smartphone
PERCHÉ I PROFUGHI E I MIGRANTI HANNO LO SMARTPHONE?
In primo luogo, fa notare O’ Malley, questo tipo di atteggiamento riguardo i presunti privilegi sotto forma di smartphone accordati ai migranti può essere scambiato per una scusa per la xenofobia; in realtà, sottolinea ironicamente, c’è almeno un miglioramento rispetto a qualche tempo fa visto che le brigate anti-immigrazione fino a ieri si lamentavano che i migranti in arrivo non fossero abbastanza qualificati e ambissero soltanto ai vantaggi e ai privilegi della vita occidentale, mentre adesso dicono che sono troppo ricchi, loro, e che invece dovremmo aiutare i poveri. Un discreto cambio di paradigma. In secondo luogo ricorda O’ Malley che la Siria non è uno dei paesi più poveri del mondo: il reddito pro-capite è medio-basso, ma, ad esempio, con i suoi 1850 dollari è comunque più alto di quello egiziano, che all’epoca della Rivoluzione si attestava intorno ai 1620 dollari. Secondo il CIA World Factbook, poi la Siria ha 87 telefoni cellulari ogni cento abitanti (in Gran Bretagna il rapporto è 123 a 100). Le immagini della rivoluzione in Egitto hanno però fatto il giro del mondo grazie a social network su cui venivano pubblicati foto e video della piazze piene. Non è sembrato strano a nessuno all’epoca che gli egiziani avessero smartphone. Perché è strano che ne abbiano i siriani, ad esempio?

LO SMARTPHONE E LA FUGA
C’è poi da ricordare che il telefono cellulare è uno strumento di comunicazione. E nel momento in cui si è deciso di scappare dalla propria terra e lasciare indietro parte o tutta la propria famiglia, l’acquisto di uno smartphone sembrerebbe a chiunque il modo migliore per mantenere le comunicazioni aperte con la propria patria, oltre che un mezzo per chiamare aiuto all’occorrenza. È così strano che un migrante acquisti un cellulare di buon livello prima di partire per un viaggio che non sa come finirà? In più, racconta ancora l’Independent, oggi gli smartphone con sistema operativo Android arrivano a costare meno di cento dollari, e quasi tutti hanno le funzioni di foto e video. Anche l’acquisto di un vecchio modello di iPhone è a buon mercato, oggi che la Apple presenta la sua settima release. Insomma, che i profughi, e i profughi siriani in special modo, abbiano un cellulare “moderno” non è una cosa tanto strana. Non tanto quanto chiederselo insistentemente paventando chissà quali oscuri complotti, almeno.

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