venerdì 11 settembre 2015

Di questo abbiamo bisogno per rimettere in piedi il nostro paese.

Risparmiare 6,9 miliardi e migliorare i servizi? Si può fare con la tecnologia

Sanità
Una persona rimasta ferita nell'incidente avvenuto nella Metro B di Roma riceve i primi socorsi a bordo di un'ambulanza prima di essere portata in ospedale, 5 giugno 2015. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI
Uno studio dell’Osservatorio Neticse, confermato dal ministero della Salute, dimostra come sia possibile ridurre gli sprechi senza incidere sulla efficacia delle cure. Il piano del Governo attende il parere delle Regioni
Quanto si potrebbe risparmiare nel campo della sanità grazie all’applicazione delle tecnologie digitali? Secondo uno studio dell’Osservatorio Neticse (organismo indipendente finanziato da una decina di aziende dei settori digitale, farmaceutico e medico) la cifra ammonterebbe a 6,9 miliardi di euro all’anno. Una sintesi dei risultati è stata anticipata nel corso della prima edizione del Forum della Sanità Digitale – organizzato da Generali, LUISS e SICS – in corso a Roma.
La stima nasce dall’incrocio dei dati ufficiali del ministero della Salute con i risparmi ottenuti dall’attuazione di alcune best practise ospedaliere italiane. Se queste buone pratiche venissero adottate da tutti gli ospedali dello stivale non solo si otterrebbe una riduzione notevole della spesa, ma si migliorerebbe la qualità dei servizi e delle prestazioni. Si tratta, quindi, di interventi di efficientamento dei processi e non meri tagli.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha confermato la possibilità di economizzare quasi 7 miliardi di euro grazie all’innovazione tecnologica. “È anche la nostra stima. Quello della digitalizzazione – dichiara – è un capitolo strategico del Patto per la Salute che abbiamo sottoscritto con le Regioni. Consentendo ad Asl e ospedali di parlare lo stesso linguaggio informatico, potremmo incrociare i dati per sapere dove le cose non vanno e intervenire”. Tuttavia il piano del ministero procede a rilento. “A giugno – spiega il ministro – abbiamo inviato alla Conferenza delle Regioni tutti gli atti necessari per far partire quella che giudico una vera rivoluzione. Attendiamo ancora un parere”.
Dall’analisi fatta da Neticse si evince che buona parte dei risparmi deriverebbe dalla riduzione degli eccessi nel settore della medicina difensiva. Qui ogni anno si spendono dai 10 ai 12 miliardi di euro all’anno. Grazie all’introduzione di tecnologie a supporto delle prescrizioni terapeutiche, basate su sistemi Evidence Based Medicine (EBM), si potrebbero evitare il 25% di prescrizioni inappropriate e ridurre la spesa di 2,5 miliardi di euro. “Negli ultimi anni – afferma Paolo Colli Franzone, direttore di Netics – c’è stato un boom di studi legali che si occupano di recuperare i presunti danni legati alla malasanità. Tutto ciò ha generato un’impennata nel contenzioso. Ma oggi esistono strumenti digitali che aiutano nella diagnosi”.
Altri 3 miliardi di euro deriverebbero dalla centralizzazione degli acquisti e, quindi, dall’introduzione su scala regionale di sistemi informativi di tipo Enterprise Resorce Planning. Si tratta di modelli di gestione che integrano tutti i processi di business rilevanti di un’azienda. Nel caso specifico, ad esempio, il numero delle prestazioni erogate, gli acquisti di attrezzature, strumenti e farmaci, la gestione del magazzino ecc. In questo modo verrebbero uniformati i costi tra le varie Regioni, tracciati gli acquisti, il ciclo di vita dei presidi sanitari e le loro modalità di utilizzo.
Riduzione della spesa anche dall’integrazione ospedale-territorio, grazie alla telemedicina. Qui i risparmi pari a 1,4 miliardi di euro deriverebbero dalla diminuzione delle giornate di ricovero (il costo medio giornaliero di un ricovero è di circa 800 euro). Dalle elaborazioni fatte da Neticse queste potrebbero essere ridotte del 5% negli ospedali e del 10% nelle strutture adibite alla lungodegenza.
Infine, si potrebbero recuperare dai 100 ai 150 milioni intervenendo sui Centri unificati prenotazioni (Cup), utilizzando applicazioni che ne migliorano il funzionamento con una ricaduta positiva in termini di relazioni con gli utenti.

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