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BERLINO - La Casa Bianca sta valutando aiuti all'Unione europea per fronteggiare l'emergenza migranti. Lo ha dichiarato il portavoce del presidente Barack Obama, Josh Earnest. "La Casa Bianca continuerà a valutare ulteriori azioni - ha affermato - che possono essere intraprese per aiutare i Paesi che stanno sopportando l'urto di questo fardello". In particolare, Washington intende valutare anche la possibilità di accrescere il numero di rifugiati in fuga dalla Siria da accogliere negli Stati Uniti. "L'amministrazione sta attivamente prendendo in considerazione una serie di ipotesi per rispondere maggiormente alla crisi globale dei rifugiati, anche dal punto di vista di una nuova sistemazione dei profughi", ha affermato il portavoce del National Security Council, Peter Boogaard. Il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby, in un'intervista alla Cnn ha spiegato che l'emergenza migranti è stata questa mattina al centro "dello staff meeting" a Foggy Bottom, segnalando anche una telefonata tra il capo della diplomazia Usa John Kerry e il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier. "Kerry ha ringraziato la Germania per tutto quello che sta facendo insieme ad altri Paesi - ha detto Kirby - per i rifugiati".

La Germania continua il suo impegno nell'accoglienza dei migranti: il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel ha annunciato che Berlino può accogliere 500 mila migranti all'anno per alcuni anni. "Penso che possiamo farcela certamente con mezzo milione di persone, per alcuni anni", ha affermato. "Non ho dubbi, forse anche di più". L'emergenza è una priorità e deve essere superata, ha sottolineato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, parlando al Bundestag per la presentazione del bilancio 2016, ma ha aggiunto che "vogliamo farlo senza nuovi debiti". Il ministro ha poi insistito sulla necessità di creare 150mila posti per i rifugiati in vista dell'inverno e di perseguire politiche per "l'integrazione, con prospettive di lungo periodo". "Dobbiamo offrire loro un'opportunità, dare un lavoro e istruzione per i loro figli", ha detto Schauble, che poi, in riferimento agli impegni finanziari, ha assicurato ancora: "Siamo nella condizione di poter agire in modo adeguato davanti a questa grande sfida, perché in passato abbiamo lavorato per risanare le finanze dello Stato".

Immigrati, Ungheria: in centinaia alla stazione di Budapest


Piano Juncker verso approvazione, in forse il suo discorso. Il piano Juncker sulla crisi dei rifugiati ha superato l'approfondito esame del Collegio dei Commissari, che si è riunito a Strasburgo, come riferiscono fonti europee. L'approvazione formale è prevista per domattina, poco prima che il presidente lo presenti alla plenaria del Parlamento Ue nell'ambito del Discorso sullo Stato dell'Unione. Immigrazione e crisi economica saranno i principali temi affrontati dalla Commissione europea: c'è molta attesa per il discorso che domani alle 9 Jean-Claude Juncker dovrebbe tenere a Strasburgo, davanti al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria. C'è in particolare attesa per le parole che il presidente della Commissione dedicherà al tema dei migranti e al piano europeo di redistribuzione dei rifugiati, questione al centro dei negoziati tra gli Stati membri. C'è, però, il dubbio che il presidente della Commissione non sarà presente all'appuntamento, dato che oggi è morta la mamma. Probabilmente l'appuntamento sarà rinviato e forse sarà il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, a leggere il discorso. Dovrebbero essere presentati anche i risultati ottenuti dalla Commissione a dieci mesi di distanza dall'insediamento di Junker.

Quote. 
Il piano della Commissione Ue per la ridistribuzione di 120mila richiedenti asilo in Europa è stato accolto positivamente dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, che però ha ricordato che è solo un primo passo e che le quote dovranno essere via via aggiornate in base alle circostanze. "È un primo passo importante", ma "ce n'è un altro che bisogna intraprendere perchè il numero di rifugiati non si può determinare nè in Germania né in Svezia, ma è il risultato di circostanze". "Per questo, avremo bisogno alla fine di un sistema aperto di quote", ha sostenuto la Merkel nella conferenza stampa congiunta con il premier svedese, Stefan Lofven, a Berlino.

Viminale: "20mila posti". È partita la circolare del Viminale ai prefetti per la pianificazione dell'accoglienza di altri 20 mila immigrati. La distribuzione è sempre per quote regionali che dovranno essere definite entro pochi giorni. I 20 mila nuovi migranti verranno "equamente distribuiti" in base alle intese sottoscritte nel 2014 nell'ambito della conferenza unificata Stato-Regioni. Pochi giorni fa il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione del Ministero dell'Interno, aveva annunciato che in previsione della nuova circolare ai prefetti si stava valutando la situazione regione per regione.

Monito Unhcr a Ungheria: da nuova legge su immigrazione rischio caos. Intanto il premier ungherese Viktor Orban prosegue con la linea dura e ribadisce che bisogna "accelerare" la costruzione del muro al confine con la Serbia, dove servono più operai. La barriera dovrebbe essere pronta entro il 15 settembre. Intanto l'Unhcr avverte che la nuova legge sulle migrazioni ungherese, nata da una modifica in senso restrittivo apportata dal Parlamento di Budapest e che dovrebbe entrare in vigore la prossima settimana, potrebbe causare il caos se non applicata in maniera corretta. "E' importante che l'applicazione di questa legislazione sia corretta...Altrimenti potrebbe portare al caos dopo il 15 settembre al confine", ha detto il direttore dell'agenzia in Europa, Vincent Cochetel. Dopo una relativa calma, ieri alla frontiera non sono mancati momenti di tensione tra i migranti e la polizia, con l'uso, da parte degli agenti, di spry urticanti per fermare le persone che tentavano di sfondare il cordone di sicurezza. Anche alla stazione di Budapest, ieri più tranquilla,  si sono formate di nuovo lunghe code: decine di migranti e profughi tentano di prendere un treno per arrivare al confine austriaco.

Ue, per 'opt out' multa di 0,002% Pil. I Paesi che non intendono partecipare alla ripartizione obbligatoria dei profughi dovranno pagare una multa pari allo 0,002% del Pil. È questa, stando a fonti Ue, la cifra proposta dalla Commissione europea per l'opt out, che  sarà possibile solo per un anno e le motivazioni saranno vagliate da Bruxelles.