Cinque domande per Carmelo Barbagallo
Il segretario della Uil attacca Tito Boeri. Ma il suo stipendio resta un mistero. Dall'estratto contributivo alla legge Treu: ecco su cosa dovrebbe fare chiarezza.
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10 Settembre 2015
Non solo il super assegno di Raffaele Bonanni, non solo l'espulsione dalla Cisl di Fausto Scandola, reo di aver attaccato i quadri del sindacato per alcuni mega stipendi: a gettare benzina sul fuoco di quella che ormai è considerata una Casta ci ha pensato anche l'Inps con la pubblicazione del sistema pensionistico dei rappresentanti dei lavoratori.
UNA CATEGORIA PRIVILEGIATA. «I sindacalisti», scrive l'Istituto di previdenza nel dossier, «hanno regole contributive e previdenziali diverse dagli altri lavoratori perché possono vedersi ugualmente versati i contributi da enti terzi rispetto al sindacato presso cui prestano effettivamente il proprio lavoro e perché possono, prima di andare in pensione, farsi pagare dalle organizzazioni sindacali incrementi delle proprie pensioni a condizioni molto vantaggiose».
Se la pensione (lorda) dei sindacalisti fosse conteggiata come quella dei dipendenti pubblici sarebbe inferiore del 27% (con punte più alte, visto che in un caso si «avrebbe addirittura una riduzione del 66% della somma percepita»).
PAGA L'INPS. E c'è di più: «Per compensi per attività sindacale non superiori alla retribuzione figurativa del lavoratore l’organizzazione sindacale non paga mai alcun contributo. I contributi sulla retribuzione figurativa del lavoratore sono a carico della gestione previdenziale di appartenenza, quindi della collettività dei lavoratori contribuenti della gestione». Ergo, dei cittadini.
Le «porte aperte» dell'Inps si sono però trasformate in porte in faccia per alcuni dirigenti che sono passati al contrattacco.
BARBAGALLO CONTRO BOERI. L'8 settembre, il leader della Uil Carmelo Barbagallo si è difeso dal salotto di Agorà assicurando prima di aver pagato «tasse e contributi», di aver lavorato come operaio specializzato fino al 1973 nello stabilimento Fiat di Termini Imerese e di aver percepito dal sindacato un'integrazione di 30 mila lire in busta paga per un distacco retribuito. «La Flm mi diede un incremento considerandomi un quadro», ha spiegato. Integrazione pensata dalla legge, va ricordato, per ripagare il lavoratore del mancato avanzamento di carriera che avrebbe avuto restando in azienda.
Dopo la difesa, Barbagallo ha attaccato duramente il presidente Inps Tito Boeri rivoltando la frittata: «Ci dica quanto percepisce lui, invece...».
STIPENDI TRASPARENTI. Centoduemila euro all'anno lordi. La domanda posta dal leader della Uil una risposta ce l'ha. E anche semplice da trovare.
Boeri tra l'altro si è ridotto lo stipendio a un dodicesimo rispetto a quello del suo predecessore Antonio Mastrapasqua, che di euro ne portava a casa 1 milione e 200 mila.
La domanda che resta ancora senza risposta, invece, è un'altra: quanto percepisce di stipendio Barbagallo?
UNA CATEGORIA PRIVILEGIATA. «I sindacalisti», scrive l'Istituto di previdenza nel dossier, «hanno regole contributive e previdenziali diverse dagli altri lavoratori perché possono vedersi ugualmente versati i contributi da enti terzi rispetto al sindacato presso cui prestano effettivamente il proprio lavoro e perché possono, prima di andare in pensione, farsi pagare dalle organizzazioni sindacali incrementi delle proprie pensioni a condizioni molto vantaggiose».
Se la pensione (lorda) dei sindacalisti fosse conteggiata come quella dei dipendenti pubblici sarebbe inferiore del 27% (con punte più alte, visto che in un caso si «avrebbe addirittura una riduzione del 66% della somma percepita»).
PAGA L'INPS. E c'è di più: «Per compensi per attività sindacale non superiori alla retribuzione figurativa del lavoratore l’organizzazione sindacale non paga mai alcun contributo. I contributi sulla retribuzione figurativa del lavoratore sono a carico della gestione previdenziale di appartenenza, quindi della collettività dei lavoratori contribuenti della gestione». Ergo, dei cittadini.
Le «porte aperte» dell'Inps si sono però trasformate in porte in faccia per alcuni dirigenti che sono passati al contrattacco.
BARBAGALLO CONTRO BOERI. L'8 settembre, il leader della Uil Carmelo Barbagallo si è difeso dal salotto di Agorà assicurando prima di aver pagato «tasse e contributi», di aver lavorato come operaio specializzato fino al 1973 nello stabilimento Fiat di Termini Imerese e di aver percepito dal sindacato un'integrazione di 30 mila lire in busta paga per un distacco retribuito. «La Flm mi diede un incremento considerandomi un quadro», ha spiegato. Integrazione pensata dalla legge, va ricordato, per ripagare il lavoratore del mancato avanzamento di carriera che avrebbe avuto restando in azienda.
Dopo la difesa, Barbagallo ha attaccato duramente il presidente Inps Tito Boeri rivoltando la frittata: «Ci dica quanto percepisce lui, invece...».
STIPENDI TRASPARENTI. Centoduemila euro all'anno lordi. La domanda posta dal leader della Uil una risposta ce l'ha. E anche semplice da trovare.
Boeri tra l'altro si è ridotto lo stipendio a un dodicesimo rispetto a quello del suo predecessore Antonio Mastrapasqua, che di euro ne portava a casa 1 milione e 200 mila.
La domanda che resta ancora senza risposta, invece, è un'altra: quanto percepisce di stipendio Barbagallo?
- Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil.
Lettera43.it si era già occupata dei conti della Uil nel 2014. E il sindacato si era trincerato dietro a un «no comment, per motivi di privacy», sia per quanto riguardava le pensioni sia per gli stipendi.
Anche quest'anno non abbiamo avuto fortuna: il segretario «è fuori sede», ha spiegato l'ufficio stampa. Pertanto non era possibile «sottoporgli le domande».
Domande che, però, riproponiamo:
1. Un operaio specializzato in Fiat tra gli Anni 60 e 70 guadagnava circa 90 mila lire al mese. Lei nel 1973, con l'integrazione del sindacato di 30 mila lire, arrivò a 120 mila lire. Che equivalgono circa a 1.800 euro. Quanto percepisce oggi come segretario nazionale Uil? Il segratario Fiom Maurizio Landini, per esempio, ha reso pubblica la sua busta paga sul sito. Perché la Uil non adotta una operazione trasparenza simile?
2. Lei ha detto che ha «sempre versato i contributi». Quali? Nella quasi totalità dei casi i contributi dei sindacalisti in distacco sono pagati dall'Inps. È stato così anche nel suo caso?
3. Lei ha 67 anni. È in pensione? Se sì, quanto percepisce di assegno mensile?
4. Perché non rende pubblico - lei e gli altri segretari, ex segretari e dirigenti come Luigi Angeletti - il suo estratto contributivo?
5. Ha puntato il dito contro Tiziano Treu, ex ministro responsabile della legge pro sindacati. Angeletti, intervistato a proposito, ha addirittura sostenuto di «non essere al corrente della normativa». Lei ne era al corrente? E perché nessuno, pur riconoscendola ingiusta, ha cercato di cambiare la norma?
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