martedì 8 settembre 2015

Quando qualcuno dovesse chiedervi che cosa è il populismo fategli leggere questo articolo. Privilegiati che fanno finta di fare una legge nella quale scompare un nome e rimangono i privilegi.

M5s e Lega uniti in una battaglia… poco onorevole

Politica
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La proposta grillina ricalca quella delle Lega di 9 anni fa: abolizione della parola onorevole e multa di 6mila euro per i parlamentari disobbedienti 
Un termine mai digerito dalla comunicazione grillina, la parola onorevole torna ad essere al centro dei pensieri del M5S che sull’argomento ha presentato anche una proposta di legge, prima firmataria Tiziana Ciprini.
L’incipit della proposta fa sorridere, il testo che ha come titolo Abolizione del titolo di “onorevole” infatti comincia proprio con un emblematico “ONOREVOLI COLLEGHI!”. Al di là della contraddizione iniziale il testo spiega: “L’appellativo ‘onorevole’ è un retaggio arcaico di quella cultura ottocentesca che ancora permea tutto il palazzo di Montecitorio, dai regolamenti alle prassi”.  Quindi, invece che onorevoli, deputati e senatori dovranno chiamarsi “cittadini portavoce”. Stesso discorso vale per consiglieri provinciali e regionali. L’obiettivo della legge per i firmatari è “ristabilire un rapporto paritario tra eletti ed elettori” . Infine l’ammenda fino a euro 6.000 per chi fa uso del termine improprio.
Un testo che scopiazza quello presentato da Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord, che già nel 2006 scriveva sul tema con la proposta di legge 1378. Lo scritto viene così rispolverato e riconvertito alla logica del movimento del duo Grillo-Casaleggio, che specifica anche il nuovo appellativo con cui gli eletti pentastellati  preferiscono farsi chiamare ‘cittadino portavoce’.
Già in passato la questione su come farsi chiamare era stata affrontata nel codice di comportamento degli eletti, nello stesso blog di Grillo, dove era specificato  alla voce comunicazione che: “I parlamentari dovranno rifiutare l’appellativo di ‘onorevole’ e optare per il termine ‘cittadina’ o ‘cittadino'”.
Ciò che appare evidente è lo strano parallelismo tra il movimento di Grillo e il partito di Salvini che oscilla in una costante competizione per il voto degli scontenti e un’intesa per far fronte comune contro il governo nemico. Fosse anche in una battaglia poco onorevole.

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