venerdì 11 settembre 2015

Come si possa fare del male ad una persona é per me inconcepibile. Solo ipotizzare di poter fare del male ad una bambina, da qualsiasi paese provenga, é per me una vera vergogna che non trova alcuna giustificazione. Come si può aggiungere sofferenza a chi già sta soffrendo.

Chi è il papà con il bambino sgambettato dalla cronista ungherese Petra Laszlo

10/09/2015 - di 

Un ex allenatore di calcio in fuga da Deir Ezzor con la figlia

Chi è il papà con il bambino sgambettato dalla cronista ungherese Petra Laszlo
Si chiama Osama al-Abdelmohsen, il profugo siriano sgambettato dall’infame Petra Laszo mentre correva con il figlio in braccio per fuggire dal campo di Roszke, dove le autorità ungheresi avevano bloccato più di un migliaio di rifugiati siriani.
Osama al-Abdelmohsen e la figlia, dal suo profilo Facebook
Osama al-Abdelmohsen e la figlia, dal suo profilo Facebook

LE VITTIME DI PETRA LASZLO -

Di Petra Laszo si è saputo subito chi fosse, e in fondo le sue azioni bastavano a comunicare quel che c’era da sapere, ma l’identificazione di Osama al-Abdelmohsen, il padre con figlio in braccio sgambettato dall’esalata razzista, ha richiesto più tempo. Ora si sa che l’uomo ripreso nel campo di Roszke mentre cercava di scappare con la figlia in braccio è l’allenatore di una squadra di calcio, fuggito da Deir Ezzor infestata dall’ISIS, dove ha lasciato la moglie e un altro figlio malato e quindi impossibilitato a intraprendere il viaggio.

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 NON È FINITA PER PETRA LASZLO -

Intanto dall’Ungheria giungono brutte notizia per Petra Laszlo, che sarebbe sotto inchiesta da parte della magistratura e che sarà denunciata dall’Együtt-PM , la coalizione democratica all’opposizione, i vertici della quale hanno dichiarato che intendono accusarla di violenza sulle persone, rischia una condanna fino a 5 anni di carcere. La donna, un’operatrice video che lavorava per il canale N1TV, vicino al partito di destra antisemita Jobbik, è stata licenziata in tronco per il suo comportamento «inaccettabile», ma l’emittente si è guardata bene dallo scusarsi o dall’esprimere solidarietà ai migranti o anche solo alle persone che ha aggredito.

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