giovedì 10 settembre 2015

Un sondaggio che dovrebbe farci riflettere.

Sondaggio scuola: gli insegnanti il peggior problema

La foto di di Alessandro Camilli

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ROMA – Per la metà degli insegnanti i peggiori problemi della scuola italiana sono precariato e stipendi troppo bassi. Per la metà degli italiani (tra gli studenti il 74%) il peggior problema della scuola italiana sono gli insegnanti, la qualità del loro insegnamento, i loro metodi , la loro preparazione professionale, la “adeguatezza” dei prof ai loro compiti. La contraddizione è evidente e stridente. La contro prova: solo il 22 per cento degli insegnanti ammette ci sia un problema di metodo e qualità dell’insegnamento.
Il 61 per cento degli italiani vuole valutazione qualitative come i test Invalsi. La metà degli insegnanti considera i test Invalsi “inutili” o “nocivi”. Il 61 per cento degli italiani dice che i prof dicono e fanno così perché “non preparano gli studenti per i test e ne falsano gli esiti facendo copiare”. Per i prof, per molti di loro, la resistenza ai test è una sorta di nobile obiezione di coscienza, per il 61 per cento degli italiani è boicottaggio teso a nascondere inadeguatezza professionale.
La metà degli italiani è d’accordo sul fatto siano i presidi a valutare i loro insegnanti. Unico appunto, questa metà degli italiani dubita i presidi siano a loro volta “preparati”. La metà degli insegnanti invece ritiene che “valutare gli insegnanti compromette la libertà di insegnamento” e giudica il potere di valutazione ai presidi una sorta di dittatura.
Il 25 per cento degli insegnanti propone e accetta solo la “autovalutazione”. Solo il 9 per cento degli italiani apprezzano che un prof possa valutarsi da solo.
Un sondaggio, un semplice e insieme dirompente sondaggio. Fatto ad agosto da Duepuntozero Doxa, Forum Meritocrazia e pubblicato sul Corriere della Sera con il commento di Roger Abravanel. Semplice, un sondaggio come tutti gli altri, fatto tra la gente. Dirompente perché dice che la gente ha visione, opinione e esperienza della scuola assai diverse da quelle dei sindacati della scuola, da quelle di buona parte degli insegnanti, da quelle che corrono come moneta sonante e genuina sui giornali e nelle televisioni.
Lo storytelling, il racconto accettato e ripetuto dai prof in lotta e mobilitazione è che la scuola ha soprattutto e principalmente bisogno di assumere tutti i precari. Assumere a prescindere, assumere tutti, assumere vicino casa. Poi aumentare “risorse”, cioè stipendi a tutti gli insegnanti in forma egualitaria e senza differenziazioni di merito. Secondo la narrazione dei sindacati e dei comitati e gruppi che vanno a farsi vedere in tv quando passa un ministro o quando c’è un talk-show, fatto questo, fatte assunzioni e aumenti la scuola va che è un piacere. E non c’è bisogno di valutare, premiare o spingere a riqualificarsi proprio nessuno. Il sistema della comunicazione prende questo racconto per buono, anzi, meglio, ci si sdraia e ci si accomoda sopra.
Però la gente, la gente vera non la pensa così. Basta domandarglielo e si apprende facile che per la gente che a scuola ci manda i figli, che a scuola ci va, che a scuola ci è andata, il peggior problema della scuola italiana sono gli insegnanti. loro testarda barricata
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