Venezia, Massimo Cacciari commenta la vittoria del centrodestra: "Non è sconfitta di Renzi, è il perfetto suicidio del Pd"
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"È stato il perfetto suicidio". Massimo Cacciari, per anni sindaco di Venezia, commenta così la sconfitta del centrosinistra alle elezioni amministrative che hanno consegnato, dopo oltre vent'anni, la città lagunare al centrodestra guidato da Luigi Brugnaro. Un "perfetto suicidio" sottolinea Cacciari, nato dall'errore sulla scelta della persona. "Ho predicato invano per un anno che quella che si andava profilando era una candidatura rischiosa".
Massimo Cacciari salva Matteo Renzi e punta il dito sulla scelta di Felice Casson, frutto delle primarie. "Nulla da dire sulla sua figura - sottolinea -, è una persona onesta ma che non aveva la capacità intrinseca di intercettare voti. E nulla centra sul risultato lo scandalo Mose perché se l'elettorato avesse dovuto guardare a quello avremmo preso l'1% ad essere generosi". Cacciari non ha dubbi: "E' stato sbagliato il candidato, ho provato a dirlo a Felice e poi a tutti gli altri, ma non c'è stato verso. Mentre dicevo che bisognava cambiare, rinnovare e mettere in campo forze giovani si è andati a quelle primarie che si sono dimostrate oscene".
Secondo il filosofo veneto lo sconfitto in altre parole non è Matteo Renzi. "Non è una sconfitta di Renzi. Il premier l'aveva detto e ridetto che era scarsamente interessato da questa competizione elettorale" spiega Cacciari. "Il problema è che il Pd dimostra ancora una volta che dove non c'è Renzi di fatto non esiste". Ed ancora: "Venezia non è la Regione Veneto dove la vittoria di Luca Zaia era assolutamente scritta. Qui c'è stato un suicidio commesso da tutte le componenti del Pd". Ora per Cacciari "bisogna ripartire con gente nuova, fuori quadro. Guardiamo chi è entrato in consiglio a quelli che sono nelle municipalità sperando che lavorino uniti per far ripartire il centro sinistra anche se sarà una stagione lunga e faticosa". "I vecchi - aggiunge Cacciari - come avevo già fatto io, se ne stiano a casa".
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