mercoledì 17 giugno 2015

Ai sindacati non importa niente della scuola. A loro interessa conservare i privilegi.

Scuola. Sindacati di nuovo in piazza al Pantheon: no al ricatto di Renzi sulle assunzioni, ddl incostituzionale

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SINDACATI SCUOLA
Di nuovo sul piede di guerra, di nuovo in piazza. L’annuncio di Matteo Renzi di sospendere l’esame del ddl scuola al Senato per convocare una conferenza nazionale a luglio sul tema non placa i sindacati. Anzi. Perché a stretto giro è stato seguito da quello che i sindacati definiscono un vero e proprio “ricatto” sulle assunzioni, sottolinea con Huffington Post Domenico Pantaleo della Flc Cgil. Se non vengono ritirati i tremila emendamenti presentati sul ddl ‘La Buona scuola’, salta tutto, anche le assunzioni, è il ragionamento del premier. Cisl, Uil, Cobas, Gilda, Snals, insomma tutte le sigle che hanno promosso lo sciopero di categoria il 5 maggio scorso, non ci stanno. Chiedono lo stralcio delle assunzioni dei centomila precari, per metterle al sicuro già a partire da settembre. Lo diranno oggi in piazza, di nuovo al Pantheon proprio come un mese fa quando il testo era in discussione alla Camera. E in piazza si affacceranno anche i senatori dell’opposizione, Sel e M5s, forse anche qualcuno della minoranza Dem. 
“Quello di Renzi è un ricatto che però non va da nessuna parte”, dice all’Huffington Post Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil. “Non porta da nessuna parte per la semplice ragione che sul ddl c’è un dissenso diffuso, ampio – continua Pantaleo - E quindi se non verrà cambiato, come abbiamo chiesto più volte, noi siamo pronti a continuare la mobilitazione adesso e anche a settembre”. La proposta: “Renzi dovrebbe compiere un atto di responsabilità. Dovrebbe stralciare le assunzioni dei precari, mettere in campo un piano pluriennale di assunzioni e ruolo e costruire con i tempi necessari un nuovo progetto sulla scuola pubblica italiana. Ma quel disegno di legge, così com’è, non passerà mai, perché è incostituzionale e inaccettabile”.
Anche la Cisl conferma le contestazioni al ddl scuola. "Non si possono condizionare le 100.000 assunzioni degli insegnanti all'espressione di un consenso sui contenuti sbagliati del disegno di legge sulla scuola”, dice il segretario generale Annamaria Furlan in una nota congiunta con il responsabile Scuola Francesco Scrima. “"È davvero singolare chiedere il ritiro di emendamenti per accelerare i tempi di approvazione di una legge – continuano - I tempi che si allungano, infatti, sono la conseguenza e non la causa delle difficoltà che il governo e il parlamento devono affrontare e risolvere: un supplemento di riflessione e di confronto è utile e necessario. Sia chiaro, in ogni caso, che 100.000 assunzioni coprirebbero oggi solo in parte il fabbisogno del nostro sistema scolastico, al cui funzionamento concorrono quest'anno in modo decisivo 130.000 contratti a tempo determinato. Ecco perché il governo non ha bisogno di altre motivazioni per rendere stabile il lavoro di cui ha ‘normalmente’ necessità. Prenderne finalmente atto sarebbe una scelta ragionevole da parte del Governo. Quanto al confronto: lo rivendichiamo da mesi”.
"Un anno di promesse si conclude con un vergognoso ricatto", commentano gli studenti del Coordinamento universitario Link. "Dopo un anno di promesse, più volte ripetute nonostante da più parti fossero stati sollevati dei dubbi sulla loro fattibilità, il premier annuncia che le assunzioni slitteranno di un anno”. “Sono inaccettabili le motivazioni fornite dal premier che scarica la responsabilità di questo disastro su opposizione e sindacati, accusandoli di non volere queste assunzioni", dice Alberto Campailla, portavoce di Link aggiungendo: "Il premier chiede, tramite l`onorevole Puglisi, il ritiro degli emendamenti in modo da sveltire la discussione in Senato. Questa soluzione è improponibile poiché rappresenta un ulteriore attacco alla discussione democratica e una nuova chiusura degli spazi di confronto".

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