Papa Francesco, Enciclica Laudato si': "Basta al salvataggio delle banche pagato dai popoli. È l'ora della decrescita"
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"Il salvataggio a ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l'intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura". Lo scrive Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Si', in cui auspica un profondo cambiamento nell'ordine economico. "Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e l'economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana", spiega Francesco nel testo pubblicato oggi. "Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?", si domanda il Papa argentino.
"Come dire 'non uccidere' se i poveri non hanno cibo?". "Cosa significa il comandamento 'non uccidere' quando un venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per 'sopravvivere'?", si chiede Papa Francesco nell'Enciclica, citando un documento dei vescovi della Nuova Zelanda.
Spesso non si ha "chiara coscienza" che le "iniquità" nell'ambiente e nel modello di sviluppo colpiscono soprattutto i poveri. Il Papa chiede di "integrare la giustizia nelle discussioni sull'ambiente", senza giustizia, è "impossibile ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri".
La condanna del consumismo. "L'ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca", si legge nell'Enciclica sul creato presentata oggi alla stampa. "Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare a esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale", aggiunge. "È ciò che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti e così diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l'impatto ambientale e i modelli di produzione".
"Politica ed economia ammettano i loro errori". "La politica e l'economia tendono a incolparsi reciprocamente per quanto riguarda la povertà e il degrado ambientale. Ma quello che ci si attende è che riconoscano i propri errori e trovino forme di interazione orientate al bene comune", scrive Bergoglio. "Mentre gli uni si affannano solo per l'utile economico e gli altri sono ossessionati solo dal conservare o accrescere il potere - spiega Bergoglio - quello che ci resta sono guerre o accordi ambigui dove ciò che meno interessa alle due parti è preservare l'ambiente e avere cura dei più deboli".
"È l'ora di accettare una certa decrescita: rallentiamo il passo". "Se in alcuni casi lo sviluppo sostenibile comporterà nuove modalità per crescere, in altri casi, di fronte alla crescita avida e irresponsabile che si è prodotta per molti decenni, occorre pensare pure a rallentare un po' il passo, a porre alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro prima che sia tardi". Così Papa Francesco nella sua Enciclica presentata oggi in Vaticano. "È arrivata l'ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo - sottolinea il Papa - procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti".
"Rivedere modello basato su combustibili fossili". Il "modello di sviluppo" in vigore è "basato sull'uso intensivo di combustibili fossili" e "ha inciso anche l'aumento della pratica dell'uso del suolo, principalmente la deforestazione per finalità agricola". A sua volta "il riscaldamento ha effetti sul ciclo del carbonio". Distruzione senza precedenti degli ecosistemi, innalzamento del livello del mare. Aumento del numero dei poveri. Folle di migranti che fuggono dalla miseria. Spesso tutto questo accade nella "generale indifferenza", "segno della nostra perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile".
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"C'è il rischio di una guerra nucleare". Negli ultimi mesi Francesco ha parlato spesso di "terza guerra mondiale combattuta a pezzi", ma nell'enciclica la denuncia di una possibile catastrofe ambientale è ancora più esplicita. "La guerra causa sempre gravi danni all'ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche", scrive il Pontefice con parole che non compaiono nella bozza anticipata nei giorni scorsi con la rottura dell'embargo giornalistico sul testo. Bergoglio ipotizza anche la causa scatenante di questo possibile disastro: "è prevedibile - afferma - che, di fronte all'esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni".
Secondo il Papa, inoltre "nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturali". Per questo l'enciclica chiede alla politica "maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti". "Ma il potere collegato con la finanza - rileva con amarezza Francesco - è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute".
"Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?", è la domanda che il documento suggerisce alla riflessione dell'opinione pubblica mondiale. La crisi finanziaria del 2007-2008 poteva diventare, nota il Pontefice, "l'occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dell'attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non c'è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo".
"Cambiamenti climatici impongono contromisure". I cambiamenti climatici sono una realtà, e sebbene ci siano anche altre cause (come lo spostamento dell'asse terrestre) è irresponsabile non limitare in modo drastico le emissioni di gas serra che "numerosi studi scientifici" indicano come il fattore principale. "Ha inciso anche l'aumento della pratica del cambiamento d'uso del suolo, principalmente la deforestazione per finalità agricola", denuncia Bergoglio per il quale mentre "il debito estero dei paesi poveri si è trasformato in uno strumento di controllo, non accade la stessa cosa con il debito ecologico". Mentre, "è necessario che i paesi sviluppati contribuiscano a risolvere questo debito limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, e apportando risorse ai paesi più bisognosi per promuovere politiche e programmi di sviluppo sostenibile".
"Basta indifferenza verso le tragedie dei migranti". "È tragico l'aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa". Nell'enciclica Bergoglio denuncia - con parole che richiamano il suo straordinario primo viaggio apostolico, quello a Lampedusa dell'8 luglio 2013 - che "purtroppo c'è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo".
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