mercoledì 17 giugno 2015

Ovunque intervenga il sindacato si perdono occasioni di lavoro.

Renzi, stop alla riforma Giannini per sfidare i sindacati sui precari

17/06/2015 - di 

Nei piani del premier anche un piccolo rimpasto di governo per premiare la minoranza respondabile del Pd

Renzi, stop alla riforma Giannini per sfidare i sindacati sui precari
Fermare la riforma della scuola per fare pressing su sindacati e opposizioni: «Vediamo se vogliono o no l’assunzione di 100 mila precari. Le assunzioni sono legate alla riforma». È la strategia del premier Matteo Renzi in uno dei momenti più difficili della legislatura. Lo racconta il retroscena di Repubblica a firma Goffredo De Marchis:
«Vediamo adesso come rispondono i sindacati, se vogliono o no l’assunzione di 100 mila precari. Una cosa è certa: non farò mai una sanatoria. Le assunzioni sono legate alla riforma della scuola altrimenti si faranno nel 2016». Matteo Renzi, dopo lo stop sulla legge Giannini, tenta l’ultima disperata moral suasion nei confronti delle opposizioni. Con il tradizionale tono della sfida. Un tentativo affinchè siano tagliati gli emendamenti, si faccia qualche modifica minima al Senato procedendo a un’approvazione rapida. Ma il rinvio ha anche motivazioni più politiche. Il premier le ha spiegate a un ministro amico domenica notte, mentre gli scrutini dei ballottaggi registravano il passo falso del Pd. «Lascia perdere le primarie e i candidati sbagliati – ha detto all’interlocutore – . Certo che hanno pesato. Ma negli ultimi giorni abbiamo pagato la vicenda dei profughi e la contestazione sulla scuola».

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Le difficoltà sulla riforma della scuola non sembrano però essere le uniche per il governo. Ad agitare le acque a Palazzo Chigi sarebbe anche un sondaggioche attribuisce al presidente del Consiglio il punto più basso di popolarità. Per rimediare Renzi vorrebbe tornare ad essere il politico movimentista che portò il Pd al 40,8% alle Elezion Europee del maggio 2014. Possibile anche un piccolo rimpasto. Scrive De Marchis su Repubblica:
Ma si può cominciare con uno stop? «Sì – dice un renziano – perchè l’ostruzionismo a Palazzo Madama avrebbe impedito l’assunzione dei precari. Tanto vale rimandare». Allora bisogna chiedersi quale sia il rilancio pensato da Renzi per un governo in flessione, impegnato «nel momento più delicato della legislatura», come ha spiegato lo stesso premier ieri all’assemblea del gruppo parlamentare della Camera. Ci sarà il rimpastino con l’occupazione delle poltrone vacanti. Verrà premiata la minoranza responsabile del Pd con due posti su tre. Cesare Damiano sarà il sottosegretario allo Sviluppo economico in sostituzione di De Vincenti (ma abbandonerà la commissione Lavoro). Enzo Amendola avvicenda Lapo Pistelli come viceministro agli Esteri. Il ministero degli Affari regionali è competenza dell’Ncd in attesa che decidano il nome giusto. Il fronte del partito invece verrà risolto senza sconvolgimenti ai vertici anche se Renzi ne avrebbe tutta l’intenzione.
In mattinata è anche arrivato un chiarimento di Renzi su Facebook. In un post sul profilo ufficiale del presidente del Consiglio si legge: «Ouoi assumere solo e soltanto se cambi il modello organizzativo. Dare più professori alle scuole impone l’autonomia degli istituti e una diversa organizzazione. Altrimenti la scuola diventa ammortizzatore sociale per i precari e non servizio educativo per i nostri ragazzi e le famiglie». E ancora: «A regime normale si assumono ogni anno 20 mila persone. Noi investiamo sulla scuola e proponiamo di farne 100 mila». Dunque: «Se il disegno di legge già approvato alla Camera va in porto anche al Senato, la scuola italiana ha più risorse, più personale ed è più forte. Perché dopo anni di tagli finalmente c’è chi investe sulla scuole non a parole, non nei convegni»

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