Ornella Piredda dopo il caso Assemini: «Vado via dal M5S»
La ex funzionaria della Regione che fece partire l’inchiesta sui fondi ai gruppi: «Non si può stare in un movimento dove il potere è concentrato sui portavoce»di Mauro Lissia
CAGLIARI. L’ultimo strappo in casa M5S è di quelli che lasciano cicatrici importanti: se ne va Ornella Piredda, l’ormai celebre ex funzionaria regionale che ha scatenato con le sue denunce l’inchiesta sui fondi ai gruppi, con oltre 90 onorevoli indagati per peculato.
L’addio è doloroso, soprattutto per chi era convinto che il movimento di Beppe Grillo fosse una sorta di paradiso della legalità: «Il caso di Assemini è la goccia che ha fatto traboccare il vaso - taglia corto la Piredda - non si può stare in un movimento dove il potere è concentrato sui portavoce e dove tre consigliere comunali che denunciano fatti precisi, documentati e gravissimi vengono sospese con una mail da un sedicente staff. Il motto era “uno vale uno”? Irreperibili Grillo e Casaleggio, qui comandano gli stessi che hanno spaccato il movimento per tutelare solo i propri interessi».
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La Piredda è un fiume in piena: «Credevo di trovare nel M5s una sponda ideale per le cose in cui credo, ho trovato solo un sistema di potere, peggiore dei partiti perché è nelle mani di persone incompetenti, che non sanno fare nulla e non fanno nulla».
E Grillo? E Casaleggio? «C’è un filtro tra i cittadini e loro - avverte la Piredda - e sono i portavoce. Gli riferiscono quello che vogliono e i risultati si vedono e li abbiamo visti alle ultime regionali, quando il M5s non ha presentato neppure una lista nonostante l’enorme successo alle politiche».
Clima da caccia alle streghe: «Chi critica, chi fa domande - spiega la Piredda - viene cacciato via. Ma io non ci sto. Purtroppo manca del tutto l’alternativa, i partiti sono quello che sono. Vado via, ma i valori fondanti del movimento Cinque stelle per me restano e continuerò a perseguirli con l’impegno di sempre».
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