martedì 19 maggio 2015

La classe non é acqua. Un articolo di Turani da leggere. Comunque la pensiate.

Un dittatore a palazzo Chigi?

di Giuseppe Turani
Anche fra i miei lettori molti detestano Renzi e lo accusano di ogni cosa, ma in particolare di essere autoritario e, perché no?, un fascista. I più teneri arrivano a dire che ha semplicemente sostituito Berlusconi. I più colti parlano di “democratura” o di esecutavo operativo. Allora è forse il caso di perdere qualche minuto e cercare di capire che cosa sta accadendo in Italia.
In realtà stiamo celebrando, anche se non ce ne siamo accorti, due funerali. Il primo, che è sotto gli occhi di tutti, è quello della destra. E non si tratta solo del crollo di Berlusconi e di Forza Italia, non più recuperabile, avventura finita.
C’è anche il fatto che gli altri candidati alla successione (Salvini e m5s) non rappresentano una destra accettabile. Non sono certo la destra moderna e europea che molti a destra vorrebbero. Si tratta di un insieme di bassa lega. Formazioni che raccolgono voti (anche tanti) sulla base di slogan populisti e spesso privi di senso.
Inoltre, va detto che questo tipo di destra, anche se dovesse vincere una competizione elettorale, farebbe la fine infausta dei colonnelli greci, che dopo un po’ lasciarono il potere perché non capivano che cosa diavolo bisognasse fare. Vi immaginate Di Maio a palazzo Chigi con Dibba agli esteri? Farebbero ridere tutto il mondo e nel giro di una settimana dovrebbero levare le tende per manifesta incapacità.
Lo stesso ragionamento si può fare per Salvini e la Lega. E qui non c’è nemmeno di che fare un governo passabile. A parte l’uscita dall’euro e una svalutazione selvaggia, non ci sono idee, se non quelle che si possono raccogliere alla sera, dopo la briscola, nel bar sotto casa.
In sostanza, la destra è morta, di fatto, per la semplice ragione che non dispone di alcuna classe dirigente e di alcuna idea sensata. Inoltre, non ha nemmeno dei leaders di una statura tale da poter accogliere intorno a sé un gruppo dirigente che non sia di terza categoria. Questa destra, in conclusione, non può vincere e quindi non potrà mai governare questo paese. Non so quanti anni serviranno per avere un rinnovamento della destra, ma suppongo molti, anche perché i successi elettorali, non determinanti, tenderanno a consolidare queste leadership molto scadenti.
Ma è in corso un funerale anche a sinistra, dove la vecchia “ditta” (iscritti molto fedeli, legami stretti con il sindacato, idee antiche) è di fatto largamente perdente e impotente: se ne andarono in ordine sparso, ha scritto qualcuno. E è vero.
Alla prova dei fatti la sinistra-dem non è riuscita nemmeno a avere un comportamento lineare e uniforme. Il sogno, adesso, è quello (per alcuni) di costruire “qualcosa” alla sinistra del Pd. Lo spazio politico c’è, il personale dirigente probabilmente no. Inoltre, sarebbe una cosa vecchissima: tanta spesa pubblica, tanti debiti, patrimoniali, ecc. Un mix che quasi certamente sarebbe rifiutato dai mercati e dall’Europa. Ma anche dalla popolazione. Solo pochi sprovveduti credono ancora a queste favole. Tutti, più o meno, hanno capito che in passato sono stati fatti errori colossali e che venirsene fuori non sarà tanto semplice. Tutti hanno capito, anche i bambini, che quando lo Stato ti dà qualcosa è perché ha trovato il modo di fartela pagare. Di gratis non c’è niente.
Ed ecco Renzi. Qualcuno, di recente, ha invocato una discesa in campo del sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, in funzione anti-Renzi. E in questa invocazione cui sono parecchie contraddizioni. Se si chiede a un esterno di dare una mano a far fuori Renzi, significa che dentro lo stesso Pd non ci sono leader validi. Renzi, quindi, comanda perché gli altri si sono persi nel deserto delle loro idee, non grazie a chissà quali imbrogli. Inoltre, mi posso anche sbagliare, ma penso che a Pisapia del Pd importi assai poco (non è mai stato il suo partito). Per carattere e per cultura sarebbe più portato a lavorare alla sinistra del Pd, nel tentativo generoso di dare un senso a tutti quelli che non si accontentato di un partito democratico genericamente progressista, ma vogliono proprio una cosa di sinistra. Non glielo auguro, ma se farà qualcosa, farà questo.
Ma Renzi, si dice, è un dittatore. Renzi, in effetti, è molte cose. Intanto, è uno che sa fare politica. A meno di quarant’anni non conquisti il Pd contro Bersani & Soci, se non sai come si fa la politica (anche la parte “sangue e merda”, come dice Formica). E’ un dittatore perché? Perché non crede nella concertazione? Ma tutti, a partire da Mario Monti, hanno sempre detto che era una cosa sbagliata. I sindacati si devono occupare dei lavoratori mentre le scelte politiche generali toccano al governo e al parlamento.
Chi accusa Renzi di essere un dittatore forse dimentica che tutti i suoi provvedimenti vengono regolarmente approvati dal parlamento (un parlamento, peraltro, “bersaniano”). Ma, si aggiunge, propone tutto lui e non il parlamento. Per fortuna, questo parlamento è incapace di proporre qualsiasi cosa. E poi è abbastanza ragionevole che sia l’esecutivo a fare le proposte. E’ l’esecutivo che ha in mano i dossier, che conosce i problemi, che ha gli staff per affrontarli. Il parlamento, come è giusto che sia, controlla, approva o boccia.
La cosa che si fa fatica a capire è che insieme al vecchio Pd è morta anche la vecchia politica. Quella politica che per ogni cosa finiva in estenuanti mediazioni parlamentari, il famoso “consociativismo”. E ogni cosa veniva risolta, alla fine, con un aumento di spesa pubblica: io non faccio casino su un po’ di missili in più, ma tu mi aumenti  la paga degli statali, o degli insegnanti.
Ecco, questa roba, forse sta morendo davvero. E, forse, ci si avvia a diventare un paese moderno. Chi perde perde, e non sta lì a trattare per portare a casa qualcosa che interessi al suo popolo (o i suoi iscritti).

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