«Il grillino vicino ai boss lascia per finta!»
Nei giorni scorsi abbiamo parlato della storia di Daniele Comandini, candidato del MoVimento 5 Stelle in Liguria, a sua volta sostenuto da un attivista di Imperia, Carmine Mafodda, appartenente a una famiglia di condannati per ‘ndrangheta. Comandini aveva annunciato il ritiro della sua candidatura, confermato poi da Alice Salvatore, candidata presidente in Liguria, durante una burrascosa partecipazione televisiva su La7. Ma, secondo quanto scrive oggi Libero citando Christian Abbondanza, che con la sua Casa della Legalità aveva sollevato il caso, il ritiro non è stato ancora formalizzato. Della storia ha scritto oggi Antonio Amorosi su Libero:
Una procedura in extremis per il ritiro di un candidato c’è. La spiega il Consiglio di Stato nelle istruzioni del ministero dell’Interno. La norma prevede una «rinuncia autenticata» del candidato che può essere inviata alla Prefettura del Comune di competenza, alla Corte di Appello o al Comune stesso. Chiamiamo al telefono tutti e tre i responsabili degli uffici. Ci confermano che non è arrivata alcuna rinuncia. «Abbiamo mandato i manifesti in stampa», ci spiega il responsabile della Prefettura. In più è notorio che dal punto di vista giuridico la promessa elettorale non ha alcun valore. Il candidato-eletto risponde solo ai cittadini, non al partito che lo candida. Il ministero dell’Interno spiega cosa fare nel caso ci si voglia ritirare.E Comadini ha avuto tutto il tempo per farlo. Nel silenzio generale nasce anche la pagina facebook «Io sto con Comandini», in suo sostegno. Appare il nuovo sito dei candidati 5 Stelle per la Liguria. Senza problemi campeggia sempre Daniele Comadini. Che se eletto, al massimo, può decidere di lasciare l’M5S. Col risultato di essere stato portato al successo dalle liste di Grillo ma restare in consiglio regionale a rappresentare i cittadini che lo hanno votato.
Nessun commento:
Posta un commento