martedì 19 maggio 2015

La classe non é acqua. Peppino Calderola grande giornalista. Analisi straordinaria di quello che sta accadendo.


Il tramonto di giornalisti, partiti, giudici e sindacati

I poteri che hanno condizionato la vita pubblica sono ormai in caduta libera.


Proviamo a fare l’elenco dei poteri che si stanno rivelando meno forti rispetto al passato.
Non mi riferisco a quell’accezione dei “poteri forti”, occulti per definizione, a cui ha fatto continuamente riferimento la politica quando si è imbattuta in difficoltà insormontabili.
Penso invece a quei poteri forti che hanno condizionato, e in qualche caso dominato, la vita pubblica in modo trasparente.
GIUDICI IN CRISI. Il primo potere forte che si è indebolito è la magistratura. Paradossalmente la vittoria su Berlusconi ha segnato il suo apice e ha avviato la caduta. La procura di Milano è scossa da scontri interni fratricidi. Il magistrato Armando Spataro, già punta di lancia della magistratura più agguerrita, non lesina le critiche ai colleghi più avventurosi.
A Roma il dottor Pignatone ha impresso un nuovo corso. Torino ormai sembra scomparsa. La procura di Napoli dà rari ed eclatanti segni di vita, generalmente senza seguito.
Quella di Palermo è stata danneggiata gravemente dal protagonismo di Ingroia e dal suo rapido declino. Restano così poche procure e procuratori che credono ancora di poter rovesciare l’Italia come un guanto appoggiati da un mondo di commentatori e direttori di giornali sempre più assottigliato ma non meno aggressivo. Ultimi giapponesi.
SINDACATO MENO FORTE. È meno forte il sindacato. Camusso segna il punto più basso di caduta del prestigio della sua categoria. Una gestione burocratica e iper-politicizzata ha tolto alla Cgil il crisma del sindacato forte e temuto.
Landini fa la fronda alla segretaria della Cgil ma al tempo stesso è tentato dalla politica. Non c’è un solo accordo sindacale che meriti di essere ricordato. Nella battaglia contro la Fiat, la Cgil ha assunto una posizione intransigente ma da mesi tace non sapendo come reagire alla controffensiva di Marchionne.
VECCHI LEADER IN CADUTA LIBERA. Sono in caduta libera tutti i leader di una generazione fa. Alcuni sono letteralmente scomparsi, altri combattono battaglie largamente minoritarie che vengono vissute dai loro seguaci più giovani con sempre maggiore fastidio. Una pagina è stata voltata. Questa generazione non ha fatto la scelta di quella precedente che al passare degli anni si è messa in riserva della repubblica. Il rifiuto dell’ipotesi della dignitosa rinuncia e del ritiro espone questi “vecchi” a umiliazioni che vengono spesso dai loro stessi seguaci. Guardare al caso D’Alema-Orfini.
GIORNALISTI MACCHIETTE DI SE STESSI. Anche l’informazione conta sempre meno. Ormai non c’è più una firma che faccia opinione. Lo stesso Saviano è ridotto a maschera di se stesso. I principali quotidiani di carta oscillano fra l’accondiscendenza verso il premier e il sogno della spallata.
Il caso di scuola è il Corriere, aspirante capofila degli anti-renziani ma pieno di renzismi di ogni stile e di ogni colore.
PARTITI TRABALLANTI. Questa rassegna della caduta degli Dei non può trascurare il de profundis per i partiti. Non ce n’è uno che stia in piedi. Il Pd, che è il più strutturato, è sempre sull’orlo di una scissione. Forza Italia è diventato un oggetto misterioso, le altre forze si reggono sul carisma dei leader.
L’opinione pubblica guarda così alla vita pubblica in modo più disincantato e senza intermediari.
Non c’è più un conduttore tivù che emozioni e mobiliti, un magistrato per cui raccogliere le firme, un sindacalista da seguire. Che sia il nuovo inizio?
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