“Beppe Grillo ha dovuto andare dal giornalista più antitetico a lui che c’è in circolazione …. lo ha fatto per creare l’evento … quindi lui che ne prende possesso per un’ora e detta l’agenda centra un grande obiettivo … Ha trovato il tono giusto, che è il suo tono, anche magari con la sua logorrea. Lui è così, è uno che sta seduto in punta e cerca di convincere il pubblico e si gira verso gli interlocutori".
“Voto Ingroia e Grillo, gli unici che non hanno mai governato con Berlusconi”.
“Rafforzare 5Stelle e Rivoluzione civile (di Ingroia ndr) è l'unico voto utile per evitare che B. sia determinante anche nella prossima legislatura: non solo per il governo, ma anche per l'elezione del capo dello Stato e la guida delle commissioni di garanzia. Dunque voterò per gli unici due leader che non hanno mai governato con B.: Ingroia alla Camera e Grillo al Senato”.
Indovinate chi è l'autore di queste frasi da giornalista "embedded"? Pensate un po’, Marco Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, scrittore e polemista. I rapporti tra Travaglio e Grillo sono di antica data. Il giornalista è persino salito sul palco del V-day. Aveva anche uno spazio nel blog ufficiale di Beppe Grillo (Passaparola), per dirvi il rapporto tra i due. Niente di male, è un suo diritto, c'è l'articolo 21 della Costituzione. Del resto anche il Fatto è il giornale preferito dei grillini e fa un po' da coscienza critica dei Cinque Stelle e del grillismo.
Poi però accade qualcosa di stupefacente. L'ultima fatica di Travaglio è un libro sulle “penne alla bava” e sul servilismo della stampa verso i potenti (si intitola "Slurp"). Gliel'ho appena visto presentare dalla Gruber a Otto e mezzo , con un encomiastico Severgnini che gli reggeva bordone, in un clima di affettuosità e ricordi dei bei tempi passati insieme alla Voce di Montanelli. Per presentare un "dizionario delle lingue italiane", un caustico pamphlet che sferza i giornalisti dediti all'adulazione e al servo encomio, la Gruber ha giustamente voluto mettere in difficoltà l'autore, mettendogli accanto un vero mastino.
Questo "Slurp! Dizionario delle lingue italiane" sarà certamente un volume godibile e brillante (ho letto in rassegna stampa un'anticipazione , ci sono anch'io, per l'invidia dei colleghi) ma con un limite - se Travaglio ci permette - piuttosto vistoso: non c'è nemmeno una citazione di Marco Travaglio. Proprio così: si fa un "dizionario delle lingue italiane" e non c'è nulla dell'autore, nemmeno il minimo sindacale, per dire, l'intervista lenzuolo (due pagine, manco fosse il papa) al leader dei Cinque Stelle del giugno 2012. Così adulatoria, confidenziale e affettuosa che per leggerla, senza bagnarsi di saliva, bisogna mettersi la cerata. Leggetela, è in Rete, io mi limito a citare solo l'incipit: “Beppe Grillo se la ride mentre strimpella la sua pianola canticchiando su una base vagamente jazz, nel salotto della sua villa bianca con vista sul mare di Sant’Ilario (Genova). Accanto c’è quella rossa dove viveva Bartolomeo Pagano, l’attore che interpretava Maciste nei kolossal degli anni ’10 e ’20, ora abitata dai suoi eredi. Ma “Grillo contro Maciste” è un film che rischia di uscire presto dalle sale: l’ultimo sondaggio di La7 dà i Cinquestelle al 20 per cento, seconda davanti al Pdl, a 5 punti dal Pd…”.
Anche le domande erano da scuola di giornalismo anglosassone, aggressive e scomode: “Come te lo immagini, il prossimo Parlamento? Il rischio è che fra qualche mese scavalchiate pure il Pd … E Napolitano che ti chiama per formare il nuovo governo … Ma il premier può benissimo non essere un parlamentare… Poi però vi tocca governare … Ci vorrà anche un programma … Ma il programma?”. Quando il nostro cucciolone, gran fustigatore di lecchini incalza l'intervistato, non ce n'è per nessuno...
E dunque come mai in questo dizionario di citazioni lecchine manca una citazione, almeno una, dell'autore? Ci ho pensato su, poi ho capito: l'autore non ne ha messe nemmeno una semplicemente per modestia. Lui del resto è sempre stato contrario ai conflitti di interessi. E allora, sperando di guadagnarmi un'altra citazione nella seconda edizione della sua opera dantesca, dirò che non c'è più brillante, glorioso, eccelso ed eccipuo giornalista per integrità, umiltà, acutezza dell'analisi, partecipazione civile, altezza dell'invettiva e brillantezza della prosa ma soprattutto per coerenza morale ed onestà intellettuale - sì anche onestà intellettuale - come Marco Travaglio. Slurp, slurp e ancora slurp!
“Voto Ingroia e Grillo, gli unici che non hanno mai governato con Berlusconi”.
“Rafforzare 5Stelle e Rivoluzione civile (di Ingroia ndr) è l'unico voto utile per evitare che B. sia determinante anche nella prossima legislatura: non solo per il governo, ma anche per l'elezione del capo dello Stato e la guida delle commissioni di garanzia. Dunque voterò per gli unici due leader che non hanno mai governato con B.: Ingroia alla Camera e Grillo al Senato”.
Indovinate chi è l'autore di queste frasi da giornalista "embedded"? Pensate un po’, Marco Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, scrittore e polemista. I rapporti tra Travaglio e Grillo sono di antica data. Il giornalista è persino salito sul palco del V-day. Aveva anche uno spazio nel blog ufficiale di Beppe Grillo (Passaparola), per dirvi il rapporto tra i due. Niente di male, è un suo diritto, c'è l'articolo 21 della Costituzione. Del resto anche il Fatto è il giornale preferito dei grillini e fa un po' da coscienza critica dei Cinque Stelle e del grillismo.
Poi però accade qualcosa di stupefacente. L'ultima fatica di Travaglio è un libro sulle “penne alla bava” e sul servilismo della stampa verso i potenti (si intitola "Slurp"). Gliel'ho appena visto presentare dalla Gruber a Otto e mezzo , con un encomiastico Severgnini che gli reggeva bordone, in un clima di affettuosità e ricordi dei bei tempi passati insieme alla Voce di Montanelli. Per presentare un "dizionario delle lingue italiane", un caustico pamphlet che sferza i giornalisti dediti all'adulazione e al servo encomio, la Gruber ha giustamente voluto mettere in difficoltà l'autore, mettendogli accanto un vero mastino.
Questo "Slurp! Dizionario delle lingue italiane" sarà certamente un volume godibile e brillante (ho letto in rassegna stampa un'anticipazione , ci sono anch'io, per l'invidia dei colleghi) ma con un limite - se Travaglio ci permette - piuttosto vistoso: non c'è nemmeno una citazione di Marco Travaglio. Proprio così: si fa un "dizionario delle lingue italiane" e non c'è nulla dell'autore, nemmeno il minimo sindacale, per dire, l'intervista lenzuolo (due pagine, manco fosse il papa) al leader dei Cinque Stelle del giugno 2012. Così adulatoria, confidenziale e affettuosa che per leggerla, senza bagnarsi di saliva, bisogna mettersi la cerata. Leggetela, è in Rete, io mi limito a citare solo l'incipit: “Beppe Grillo se la ride mentre strimpella la sua pianola canticchiando su una base vagamente jazz, nel salotto della sua villa bianca con vista sul mare di Sant’Ilario (Genova). Accanto c’è quella rossa dove viveva Bartolomeo Pagano, l’attore che interpretava Maciste nei kolossal degli anni ’10 e ’20, ora abitata dai suoi eredi. Ma “Grillo contro Maciste” è un film che rischia di uscire presto dalle sale: l’ultimo sondaggio di La7 dà i Cinquestelle al 20 per cento, seconda davanti al Pdl, a 5 punti dal Pd…”.
Anche le domande erano da scuola di giornalismo anglosassone, aggressive e scomode: “Come te lo immagini, il prossimo Parlamento? Il rischio è che fra qualche mese scavalchiate pure il Pd … E Napolitano che ti chiama per formare il nuovo governo … Ma il premier può benissimo non essere un parlamentare… Poi però vi tocca governare … Ci vorrà anche un programma … Ma il programma?”. Quando il nostro cucciolone, gran fustigatore di lecchini incalza l'intervistato, non ce n'è per nessuno...
E dunque come mai in questo dizionario di citazioni lecchine manca una citazione, almeno una, dell'autore? Ci ho pensato su, poi ho capito: l'autore non ne ha messe nemmeno una semplicemente per modestia. Lui del resto è sempre stato contrario ai conflitti di interessi. E allora, sperando di guadagnarmi un'altra citazione nella seconda edizione della sua opera dantesca, dirò che non c'è più brillante, glorioso, eccelso ed eccipuo giornalista per integrità, umiltà, acutezza dell'analisi, partecipazione civile, altezza dell'invettiva e brillantezza della prosa ma soprattutto per coerenza morale ed onestà intellettuale - sì anche onestà intellettuale - come Marco Travaglio. Slurp, slurp e ancora slurp!
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