domenica 19 ottobre 2014

Una vera vergogna.

Inchino davanti casa boss: aperta inchiesta. Madre Messina contro il Papa VIDEO

PALERMO, 18 OTT – La Procura di Palermo ha aperto una inchiesta per capire se dietro l’inchino della vara di fronte alla palazzina dove vive la madre dei fratelli Messina, boss della provincia di Agrigento, durante la processione per l’omaggio del patrono di Porto Empedocle, San Calogero, si configuri il reato di violenza privata, con l’aggravante della mafia.
L’ipotesi è che i boss Messina, tutti in carcere, abbiano fatto pressioni, come scrive la Repubblica, nei confronti dei portatori della vara affinché si fermassero col santo in spalla, in via da Verrazzano. Il film della processione è stato impresso nei file delle telecamere dei poliziotti della scientifica che il 7 settembre scorso, travestiti da turisti su disposizione del commissario Cesare Castelli, ripresero la scena dell’inchino. L’informativa della polizia è finita sul tavolo dei magistrati della Dda, che ora indagano sulla processione nel paese di Gerlandino Messina, il capomafia che sparò al maresciallo Guazzelli, e che a Porto Empedocle, da qualcuno ribattezzata ‘Vigata’ come dai romanzi di Andrea Camilleri ambientati proprio in questi luoghi, continuerebbe a regnare.
I Messina, a quanto pare continuano ad essere molto devoti al santo protettore della città ma non alla Chiesa di Papa Francesco, che ha ribadito la scomunica contro i mafiosi. 
In un video postato sul sito della Repubblica, parla per la prima madre del boss: “Ora il Papa dice che i mafiosi non possono prendere la grazia di Dio. Ho già detto ai miei figli: ‘Quando muoio, mi portate direttamente al cimitero’. Perché i parrini fanno più schifo degli altri. Questi non vengono giudicati? Solo Dio può giudicare. Non c’è Papa che può giudicare. E infatti mia figlia non va più a messa”.




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