Ecco chi non vuole rinnovare il Paese
Cgil in piazza a Roma con i rottamati del Pd
Ma la sinistra riformista replica con la Leopolda
dalla Redazione
Ci sono pure Pippo Civati e Gianni Cuperlo alla manifestazione di Roma della Cgil. Oltre a tanti altri e Stefano Fassina che hanno preferito il sindacato della Camusso alla Leopolda di Mattepo Renzi. Insomma tutto come previsto con un Partito democratico spaccato. E tanti messaggi da una parte e dall’altra. Dialoganti quelli provienti da Renzi e dal suo staff, guerriglieri quelli provenienti dalla piazza. Perché direttamente dalla stazione Leopolda di Firenze il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, manda a dire: “Rispettiamo la piazza: sono contenta che stia andando molto bene anche la manifestazione a Roma, spero che finisca nel migliore dei modi, così com’è cominciata”. Molto meno incoraggianti, invece, quelli di Rosy Bindi: “La Leopolda è una contromanifestazione del Partito Democratico, ma non sono qui contro Renzi: però bisognerebbe che il premier non fosse contro questa manifestazione. Sono qui e non alla Leopolda per ascoltare cosa ha da dire questa parte del Paese. Quanto alla riforma del lavoro, voterò la fiducia al governo ma non voterò il Jobs Act se non cambia”. E le frasi di Bindi provocano disagio anche nella stessa minoranza del Pd. Intanto alla Leopolda si discute con 52 diversi tavoli e moderatori.
Da Roma arriva l’avvertimento del segretario della Fiom, Maurizio Landini, al premier: “Il Governo deve sapere che non ci fermiano. Da qui andremo anche allo sciopero generale, se serve, e anche oltre lo sciopero generale. Noi indichiamo una strada e un cambiamento. La giornata di oggi parla a tutto il Paese e dice che chi lavora e chi ha bisogno di lavorare non è d’accordo con le politiche di questo Governo. Mi sembra una manifestazione bellissima, enorme che dimostra che il Governo non ha il consenso del Paese e deve fare i conti con le nostre proposte, deve fare l’accordo con la parte sana del Paese e non con Confindustria”. E se dall’altra parte, non solo quella della maggioranza Pd, si invita al dialogo anche la Camusso sta andando avanti a oltranza senza voler ascoltare e dialogare: “Continueremo la nostra iniziativa con tutte le forme necessarie. Insomma tutti i presupposti per unmo sciopero generale continuando a spaccare e imbalsamare il Paese. Alla faccia del cambiamento.
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