venerdì 24 ottobre 2014

E adesso proviamo a cambiare questa Europa.

L'Unione Europea chiede più soldi a Italia e Regno Unito. David Cameron furioso: "Inaccettabile"

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LEADER UE
L'Unione Europea presenta il conto: salato. L'Italia rischia di dover versare più soldi nel bilancio Ue, circa 340 milioni di euro in più. Ma non è l'unico Paese a cui Bruxelles chiede un ulteriore sforzo economico. La Gran Bretagna paga il tributo più alto: 2,125 miliardi di euro. Una richiesta che sulle sponde del Tamigi viene percepita come un salasso. Non tutti piangono, però. C'è anche chi sorride per gli sconti che si appresta a ricevere: è il caso di Francia e Germania, che risparmieranno rispettivamente 1,02 miliardi e di 779 milioni. Matteo Renzi e David Cameron si trovano a far fronte comune contro i burocrati di Bruxelles. Il premier britannico ha citato proprio il presidente del Consiglio italiano: "Cito la reazione del premier italiano quando queste cifre sono state presentate: ha detto che questo non è un numero, ma un'arma letale. E' una persona ragionevole, sono d'accordo con lui". Tra Roma e Londra si è quindi costruito un asse, dopo le recenti uscite di Renzi e il suo scontro con il presidente della Commissione uscente Barroso per le osservazioni della Commissione sulla legge di stabilità.
David furioso. Cameron è insorto: "E' assolutamente inaccettabile". Parlando con toni molto accesi al termine del Consiglio europeo, Cameron ha ricordato che l'economia britannica ora funziona meglio di quelle di molti altri paesi europei, ma che la richiesta europea, di pagare 2,1 miliardi in più al bilancio Ue entro il primo dicembre prossimo "è completamente ingiustificata, non è mai successa una cosa simile", ha proseguito Cameron. "In passato ci sono stati degli aggiustamenti, al ribasso o al rialzo sul nostro contributo, ma 2,2 miliardi è più dei contributi totali di molti paesi. Non è questo il modo di gestire questa istituzione". Tutto questo "va discusso urgentemente e abbiamo già trovato supporto presso il premier italiano, il premier olandese - ha aggiunto - e quello greco. Ne dovranno parlare i ministri delle finanze dell'Ue".
Al Consiglio europeo, a Bruxelles, il premier britannico Cameron, ha chiesto una riunione d'emergenza dei ministri delle Finanze dell'Ue dopo le indiscrezioni sul conguaglio da pagare. La richiesta è venuta dopo che anche il premier Matteo Renzi e il collega olandese Mark Rutte si sono opposti al pagamento che per l'Italia sarebbe di 340 milioni di euro mentre Angela Merkel e Francois Hollande, con Germania e Francia che beneficerebbero del ricalcolo, hanno difeso il principio dell'applicazione delle regole. Cameron, secondo quanto riferito da fonti della delegazione britannica, ha fatto un intervento molto duro al summit per definire la richiesta "inaccettabile" e ha sollecitato la riunione dell'Ecofin "per discuterne".
CHI SORRIDE, CHI RISPARMIA. L'aggiustamento dei conti è una conseguenza del ricalcolo Pil e dei relativi contributi Iva negli anni dal 1995 al 2013. Secondo quanto si legge nel documento di Bruxelles, il pagamento è dovuto "nel primo giorno lavorativo di dicembre 2014". Ed i "servizi della Commissione si dicono "coscienti che in alcuni casi questo potrebbe avere un impatto budgetario significativo in termini di flussi di cassa". La migliore performance dei Paesi chiamati ad un maggiore contributo, dipende anche dalla revisione dalla metodologia di calcolo del Pil secondo il sistema Sec 2010, e da un maggiore introito dell'Iva. Secondo quanto scrive il Financial Times ieri sera il premier britannico David Cameron ha incontrato il suo omologo olandese Mark Rutte, per parlare della questione, dato che anche i Paesi Bassi hanno ricevuto una richiesta di pagamento di 642,7 milioni. A pagare dovrà essere anche la Grecia, con un contributo di 89,4 milioni. Sconti sono previsti, oltre che per Germania e Francia, anche per Belgio, 170,5 mln; Danimarca 321,4; Spagna 168,9.
Come ricorda la Stampa, "per l’Italia i nuovi criteri ufficiali (il Sec2010) hanno fatto salire il pil 2013 ben 59 miliardi di euro (+3,8%). E’ migliorato di conseguenza il rapporto debito/Pil, sceso di ben quattro punti percentuali dal 'vecchio' 132,6% al 127,9%. Mentre il deficit, che nel 2013 era a quota 3,0%, è calato al 2,8. Tre miliardi di risparmio teorico si è calcolato, di nuovo denari resi per le casse pubbliche".

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