mercoledì 22 ottobre 2014

I dodicenni fanno la lotta di liberazione secondo quel grande ignorante di Di Battista.

Kobane sta logorando l'Isis: "Ora arruolano anche soldati 12enni"

E' quanto hanno riferito al Wall Street Journal esponenti curdi e fonti Usa, secondo cui l'assedio in atto da metà settembre a Kobane ha messo a dura prova le linee di rifornimento dei jihadisti, ha causato forti perdite tra i combattenti con maggiore esperienza e ha rimesso in discussione l'intera strategia espansionistica dell'Isis
Redazione 20 Ottobre 2014
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La lunga battaglia per conquistare la città siriana di Kobane sta logorando i jihadisti dello Stato islamico che, però, "non accetteranno mai di perdere". E' quanto hanno riferito al Wall Street Journal esponenti curdi e fonti Usa, secondo cui l'assedio in atto da metà settembre a Kobane ha messo a dura prova le linee di rifornimento dei jihadisti, ha causato forti perdite tra i combattenti con maggiore esperienza e ha rimesso in discussione l'intera strategia espansionistica dell'Isis.
Attivisti presenti a Raqqa, roccaforte dell'Isis in Siria, hanno raccontato al quotidiano Usa di appelli lanciati ogni giorno dalle moschee della città per raccogliere il sangue necessario ai combattenti feriti ricoverati negli ospedali cittadini, e di bambini di soli 12 anni reclutati dall'Isis per andare al fronte. Nei giorni scorsi il Pentagono aveva riferito di "diverse centinaia" di jihadisti rimasti uccisi nei raid aerei lanciati a sostegno dei combattenti curdi impegnati sul terreno; secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani sarebbero oltre 370 le vittime nelle file dell'Isis.
"Abbiamo registrato un consistente numero di ragazzini reclutati e mandati immediatamente in battaglia - ha detto al Wsj un attivista raggiunto telefonicamente a Raqqa - in passato addestravano i nuovi combattenti in una base militare per un mese prima di mandarli al fronte, ma ora ti unisci a loro e nell'arco di due ore ti danno fucile e munizioni e ti mandano al fronte". Il vicepresidente del governo locale di Kobane, Khaled Barkal, ha riferito di raid aerei particolarmente efficaci nelle zone aperte della città, dove sono state colpite postazioni di artiglieria e carri armai, tanto che negli ultimi giorni i jihadisti hanno cominciato a ritirarsi da alcune aree della città.
La situazione sul terreno avrebbe spinto i jihadisti anche a tentare di reclutare gli arabiche vivono nei villaggi situati nei pressi di Kobane, con la promessa di ottenere le case dei curdi una volta conquistata la città. Tuttavia, nonostante le perdite, sia umane che territoriali, "l'Isis è pronto a immolare 10.000 combattenti e non accetterà mai di perdere", ha sottolineato l'attivista di Raqqa.

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