Migliaia di sostenitori della Lega Nord e di CasaPound hanno sfilato il 18 ottobre a Milano per manifestare contro l'operazione Mare Nostrum e l'immigrazione clandestina (guarda i video).
Il corteo, partito da Porta Venezia alla volta del Duomo, tra bandiere padane, anti-Ue e pro-Putin, è avanzato al grido di «Chi non salta clandestino è», «Chi non salta musulmano è» e «Secessione».
PRESENTI SALVINI E BORGHEZIO. Presenti al corteo Matteo Salvini, segretario della Lega, il vice presidente del Senato Roberto Calderoli, l’eurodeputato Mario Borghezio e sindaci leghisti con la fascia «Stop invasione».
Bersagli privilegiati degli striscioni il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
Ingente lo spiegamento di forze dell’ordine, anche perché in contemporanea è stato organizzato un corteo-parade dei centri sociali con l’adesione della Sinistra radicale.
IL CONTRO-CORTEO DELLA SINISTRA. Il contro-corteo «Stop Lega Nord» è partito alle 15 in largo Cairoli, diretto a piazza Santo Stefano.
Circa 1.500 i partecipanti, tra Anpi e Cgil, centri sociali, associazioni e attivisti antifascisti, il Movimento 5 Stelle Lombardia e il centro sociale Cantiere.
La manifestazione è stata organizzata come «una parade colorata, aperta, per l'integrazione e la solidarietà».
Secondo gli organizzatori del corteo antirazzista i partecipanti sarebbero 10 mila, mentre per le forze dell'ordine il numero andrebbe ritoccato a 3 mila
SALVINI: «CHIEDERÒ LA SOSPENSIONE DI SCHENGEN». Il corteo leghista, dal canto suo, si è fermato davanti a Palazzo marino, sede del Comune, per urlare «la moschea non la vogliamo».
Salvini ha invitato fischiare col megafono una filiale del Monte dei Paschi di Siena, la «Banca dei compagni», e alcuni manifestanti hanno intonato anche cori («ladri, ladri, fuori i milioni»). Poi, dal palco, ha annunciato: «Chiederò insieme a Marine Le Pen che venga sospeso il trattato di Shengen e si vengano controllati i confini».
Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
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