Non si conoscono i motivi dello stop. Ma la donna veniva dallo stesso paese dell'autoproclamato consigliere grillino arrestato per mafia, Giovanni Pantano. E lei si arrabbia su Facebook
Le solite due righe in calce al blog di Beppe Grillo annunciano oggi il ritiro di una candidatura: quella di Fernanda Rombolà a San Ferdinando in Calabria.
FERNANDA ROMBOLÀ: LA CANDIDATA RITIRATA DEL MOVIMENTO 5 STELLE IN CALABRIA
Nulla si sa sulle motivazioni della decisione. Persino sul blog tra i commentatori c’è chi si domanda, senza ottenere ovviamente risposta.
Anche se sul profilo Fb della Rombolà c’è chi qualche domanda se la fa, accusando il deficit di comunicazione riguardo la decisione:
Anche nel meetup cittadino non ci sono segnalazioni riguardo la Rombolà. Sul suo profilo si presentava così: «Sono Fernanda Rombolà, nata il 7 dicembre 1977 a Taurianova RC e vivo a San Ferdinando RC con mio marito Domenico ed i miei due figli, Delia di quasi 6 anni e Saverio di quasi 2 anni. Ho un accentuato senso del dovere e rispetto per gli altri esseri viventi e per l’ambiente». La Rombolà era stata organizer del meetup del M5S a San Ferdinando fino al 23 settembre, quando, in virtù della candidatura, aveva poi lasciato il posto a Domenico Pugliese.
LA MOTIVAZIONE DI CONO CANTELMI
Cono Cantelmi, candidato alla presidenza della Regione Calabria per il MoVimento 5 Stelle, una spiegazione piuttosto fumosa la dà al giornale on line Approdonews:
«Pur non avendo esponenti indagati, in coerenza con i suoi princìpi morali il Movimento Cinque Stelle ha deciso di ritirare la candidatura di Fernanda Rombolà, di San Ferdinando (Reggio Calabria), per dare un esempio concreto di come prevenire possibili mire della ‘ndrangheta sulle elezioni regionali in Calabria». Lo annuncia Cono Cantelmi, candidato M5S a governatore della Regione, il quale precisa: «In Calabria non bastano le liste pulite, che noi garantiamo con tutti i certificati, ma è necessario impedire alle organizzazioni criminali di avvicinare qualcuno, anche ingannevolmente, per passare poi all’incasso». «Nel caso specifico – prosegue Cantelmi – Rombolà è attivista specchiata e coraggiosa, ma l’arresto per ipotesi di ‘ndrangheta di Giovanni Pantano, consigliere comunale di San Ferdinando eletto nella lista civica ‘Futuro migliore’ e poi infiltratosi nel locale Meet Up, ci ha imposto una scelta netta, di là dai risvolti penali delle indagini che lo riguardano». «Non potevamo correre rischi di sorta – conclude Cantelmi – perché il contrasto delle mafie parte dagli esempi e, come raccomandava Paolo Borsellino, senza aspettare i giudizi definitivi della magistratura. Abbiamo così preservato il lavoro di tutti gli attivisti sul territorio, per proseguire con credibilità e autorevolezza la nostra lotta culturale e politica per l’emancipazione e il riscatto della Calabria».
Da quanto sembra l’unico motivo per il ritiro della candidatura della Rombolà è il fatto che provenisse dallo stesso paese di Pantano. Curiosamente, di quello che sembra un comunicato stampa dà notizia il giornale, ma non la pagina Facebook del candidato presidente, aggiornata anche oggi, così come nemmeno il suo profilo personale. Dalla spiegazione comunque sembra che la decisione sia collegata a quanto successo qualche giorno fa.
SAN FERDINANDO, MODAFFIERI E PANTANO
Ultimamente San Ferdinando era assurto agli onori della cronaca per l’arresto del sindaco, Domenico Madafferi, del suo vice Santo Cieli e del consigliere d’opposizione Giovanni Pantano. Madaffieri aveva aderito al Partito Democratico un paio d’anni fa ed era ritenuto un alfiere dell’accoglienza ai migranti. Secondo l’accusa avrebbe favorito il rilascio di false attestazioni anagrafiche per agevolare l’organizzazione, il rilascio di licenze e autorizzazioni per l’apertura di negozi e attività commerciali, facilitazioni e informazioni per permettere alla cosca di aggiudicarsi appalti relativi alla gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Di Pantano invece era dapprima circolata la notizia, poi rettificata, che appartenesse al MoVimento 5 Stelle. I parlamentari M5S Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni avevano spiegato in che modo è andata la storia in un post pubblicato sul sito della Nesci: «Sappiamo bene che Pantano aveva già cercato di spacciarsi come esponente del Movimento, ma era stato richiamato subito, in quanto le sue affermazione pubbliche non rispondevano al vero. Si atteggiava, anche pubblicando per conto suo dei video», avevano scritto i parlamentari. Ecco infatti un video su Youtube di Pantano con il simbolo del MoVimento 5 Stelle.
Il motivo del ritiro della candidatura della Rombolà, però, rimane un mistero. Forse spiegabile leggendo un’altra volta la dichiarazione del candidato: «ma è necessario impedire alle organizzazioni criminali di avvicinare qualcuno, anche ingannevolmente, per passare poi all’incasso», e lavorando un pochino di fantasia. Oppure attendendo la necessaria trasparenza.
Edit: solo nel tardo pomeriggio di ieri Fernanda Rombolà dice la sua su Facebook a proposito dell’accaduto.
Ma la parte più interessante sono i commenti che parlano di una presunta vendetta per le posizioni troppo poco malleabili della Rondolà: «…è rimasta vittima di un regolamento di conti in famiglia. La sua esclusione nasce dai fatti maturati in occasione del trasbordo delle armi chimiche siriane, durante i quali, il meet-up di San Ferdinando a cui lei appartiene è stata una roccaforte inespugnabile per i più malleabili e governativi deputati del Movimento calabresi, difesa esclusivamente dal deputato Sebastiano Barbanti e dal senatore Francesco Molinari che hanno fatto da megafono alle istanze della popolazione di quella cittadina. La vendetta – perchè è di questo che si tratta – è stata compiuta su una delle persone più oneste e intellettualmente dotate fra tutti i candidati consiglieri calabresi. del #M5S. L’esclusione di Fernanda Rombolà dalla lista è ridicola ed immotivata se vista alla luce della rigida osservanza dei regolamenti pentastellati: perchè se è vero che al meet-up di san Ferdinando può partecipare chiunque sposi le tesi del M5S, la candidatura della Rombolà alle regionali calabresi e’ CERTIFICATA e quindi non soggetta ad esclusione, a meno che la sua libertà individuale venga meno per motivi squisitamente giudiziari, ma non è questo il caso.
Non solo, cosa ancora più grave, la sua esclusione dalla lista del M5S è un vero schiaffo alla democrazia diretta, che priva ARBITRARIAMENTE gli elettori di San Ferdinando in primis, di un confronto democratico con la platea dei candidati al consiglio regionale e – nella fattispecie – di uno dei più forti candidati. Caro candidato alla Presidenza della Regione Calabria, Cono Cantelmi applichi pure le sue “leggi razziali” nei confronti delle “persone specchiate” ma sappia che ha già perso la faccia e le elezioni». Cono Cantelmi, a 24 ore dall’annuncio, non ne ha ancora parlato sulla sua pagina Facebook, dove il commento è libero.
Non solo, cosa ancora più grave, la sua esclusione dalla lista del M5S è un vero schiaffo alla democrazia diretta, che priva ARBITRARIAMENTE gli elettori di San Ferdinando in primis, di un confronto democratico con la platea dei candidati al consiglio regionale e – nella fattispecie – di uno dei più forti candidati. Caro candidato alla Presidenza della Regione Calabria, Cono Cantelmi applichi pure le sue “leggi razziali” nei confronti delle “persone specchiate” ma sappia che ha già perso la faccia e le elezioni». Cono Cantelmi, a 24 ore dall’annuncio, non ne ha ancora parlato sulla sua pagina Facebook, dove il commento è libero.
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