Lega Nord, a processo Umberto Bossi e i figli Renzo e Riccardo
Disposta la citazione diretta a giudizio, con l'accusa di appropriazione indebita per le presunte spese personali con i fondi del partito
A processo con citazione diretta a giudizio, con l’accusa di appropriazione indebita per le presunte spese personali con i fondi della Lega Nord. Lo ha disposto il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi nei confronti del Senatur del Carroccio Umberto Bossi e dei figli Renzo e Riccardo.
FONDI LEGA, BOSSI E I FIGLI RICCARDO E RENZO A PROCESSO – Niente udienza preliminare e iter accelerato, per un processo diviso in tre “filoni”. Due di questi resteranno a Milano (compreso quello sul presunto riciclaggio contestato all’ex tesoriere Francesco Belsito, ndr), mentre un’altra parte è stata trasferita a Genova per competenza territoriale. Ovvero, quella relativa alla truffa sui rimborsi elettorali ai danni dello Stato, per circa 40 milioni di euro, contestata all’ex segretario leghista, all’ex tesoriere Francesco Belsito, oltre che ai tre ex componenti del comitato di controllo di secondo livello del partito di via Bellerio (Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci).
IL PROCESSO – La Procura dovrà invece formulare la citazione diretta a giudizio per Bossi e i figli soltanto per l’accusa di appropriazione indebita da 500 mila di euro. Una somma che gli imputati si sarebbero accaparrati insieme all’ex tesoriere dalle casse leghiste, a scopo personale. Le spese? Secondo le accuse formulate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo con i pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini, variano da lavori edili nelle abitazioni di Gemonio e di Roma, all’acquisto di capi d’abbigliamento di lusso. Ma non solo: con quel denaro Renzo Bossi – detto il “Trota” – avrebbe anche acquistato la famosa “laurea albanese” all’Universita’ Kristal di Tirana. Al costo di 77 mila euro. Secondo le prime indiscrezioni, Riccardo Bossi potrebbe chiedere il patteggiamento.
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