sabato 25 ottobre 2014

Camusso è la vera garante del vecchio da spazzare via.

Renzi vuole le riforme. La Cgil lo sciopero generale. Ai dissidenti del Pd vanno i fischi
La Camusso esulta, ma la sua piazza non servirà a nulla


Matteo Renzi parla dal palco della Leopolda al suo popolo e lo esorta “a non cambiare ma a cambiare l’Italia“. Poi si avventura in un’affermazione che farà discutere: ”Io al massimo faccio due mandati nello spirito della Leopolda. Al massimo arrivo al 2023″. Parole insomma che sanno di ‘autorottamazione’. Ma dall’ex amico Pippo Civati arriva però una bocciatura pesantissima: “Renzi ormai parla come Berlusconi“.
LEOPOLDA
“Qui parla l’Italia che crea posti di lavoro“. Così Matteo Renzi apre la giornata di lavoro alla Leopolda numero 5, la kermesse più cara all’ex sindaco di Firenze che proprio qui, ormai un lustro fa, diede inizio alla scalata del Paese. ”Stiamo facendo un lavoro molto serio sui contenuti: 52 tavoli stamattina e 52 nel pomeriggio. Ma per un paio di ore ascolteremo storie di impresa: grandissime aziende, alcune tra le più grandi in Italia, chi vive l’esperienza dell’impresa sociale e storie di piccole imprese. L’obiettivo è riuscire a raccontare come anche in tempi di crisi si possa fare impresa”, dice Renzi introducendo alcuni interventi tra cui Brunello Cucinelli e Patrizio Bertelli. ”C’è una polemica in corso perché nella manovra abbiamo recuperato un po’ di denari dalle slot machine – ha detto Renzi -. Polemiche che penso e spero possano essere superabili“.
MANIFESTAZIONE CGIL
Alla manifestazione a Roma dalla Cgil contro il Jobs Act partecipa un milione di persone. La stima arriva da fonti dell’organizzazione. Il segretario della Cgil Susanna Camusso è arrivata alla manifestazione davanti allo striscione “Lavoro dignità e uguaglianza. Per cambiare l’Italia”. Camusso ha quindi annunciato: “siamo pronti allo sciopero generale”.
“La giornata di oggi non è solo una fermata. La Cgil è pronta a continuare la sua protesta per cambiare il Jobs act e la politica di questo governo anche con lo sciopero generale“, ha detto Susanna Camusso nel corso del comizio finale a piazza san Giovanni. Per Camusso, con la delega sul lavoro del governo non si uscirà dalla crisi. “Altri ci hanno provato ma hanno fallito”. “Non si esce dalla crisi – ha detto – punendo il lavoro. La Costituzione dice – ha aggiunto – che bisogna stare dalla parte di chi è più debole e non dare vantaggi a chi è più forte”.
La Cgil è tornata a chiedere al governo una tassa sulle grandi ricchezze, progressività e giustizia fiscale ed avverte che “non si può fare la guerra tra poveri”. Secondo il segretario della Cgil, il governo sta facendo una politica priva di coraggio.
FISCHIATI I PD PRESENTI
I dissidenti alla leadership che hanno partecipato alla manifestazione della Cgil di Roma sono stati fischiati. Gianni Cuperlo e Pippo Civati sono tra i parlamentari Pd presenti al corteo. I due deputati Pd, come concordato ieri anche con altri loro colleghi, hanno scelto di iniziare il corteo dietro lo striscione dei poligrafici dell’Unità. Diversi anche i consiglieri regionali democrat presenti ad un corteo dove, sporadicamente, è comparsa anche qualche bandiera del Pd. Anche se c’è chi non ha gradito la presenza della minoranza dem. “Fuori da questo corteo i parlamentari Pd che voteranno il Jobs act” recitava un cartello esposto nel corteo.

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