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MILANO - E' arrivata a Roma l'attesa lettera sulla legge di Stabilità della Commissione europea, alla quale "il Governo italiano risponderà entro domani". Legge che ha incassato oggi la firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Stabilità, la legge definitiva

La missiva è stata resa nota dal Ministero dell'Economia, che l'ha pubblicata; una scelta non condivisa dal presidente uscente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Una posizione alla quale ha risposto seccato il premier, Matteo Renzi: "E' finito il tempo delle lettere segrete", ha detto il presidente del Consiglio sottolineando che è invece iniziato "quello della trasparenza e della chiarezza". Entrando al Justus Lipsius, per il vertice Ue, ha rincarato: "Pubblicheremo non solo la lettera, ma tutti i dati economici di quanto si spende in questi palazzi, sarà molto divertente". 

La missiva europea contiene la richiesta di chiarimenti sugli scostamenti dagli obiettivi di conti pubblici per quanto riguarda il 2015, fissati nella Finanziaria che il 15 ottobre scorso è stata inviata alla Commissione stessa. Non è ancora il giudizio vero e proprio sul bilancio tricolore, atteso per il 29 ottobre, ma un passaggio intermedio che rischia di essere una sorta di "anticamera" della bocciatura. "E' un processo in corso, la richiesta di informazioni all'Italia non pregiudica il risultato" finale, ha sottolineato il portavoce del vice presidente Ue, Jyrki Katainen. Per Forza Italia, si tratta di "rilievi pesanti" per i quali la "legge è da riscrivere".

Il documento

A differenza di alcune ricostruzioni della vigilia, non sono stati sollevati dubbi su coperture e riforme proposte. Roma condivide l'attenzione europea con Parigi: "Anche la Francia ha ricevuto la lettera di avvertimento, assieme all'Italia", ha detto all'Ansa il presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok, lasciando il pre-vertice del Ppe a Bruxelles. Austria, Slovenia e Malta sono gli altri Paesi ai quali sono state richieste informazioni aggiuntive sui bilanci.

Nella missiva, datata ieri, siglata dal vice presidente Katainen e indirizzata al titolare dell'Economia, Pier Carlo Padoan, si ricorda che l'Italia ha deciso di intraprendere "una deviazione significativa" dal percorso di avvicinamento per l'obiettivo di bilancio nel 2015. La Commissione sottolinea inoltre la necessità di venire a conoscenza di "come l'Italia potrebbe garantire il pieno rispetto dei suoi obblighi di politica finanziaria" per l'anno prossimo. "Stiamo discutendo di uno o due miliardi di differenza, possiamo metterli anche domattina", ha risposto ancora Renzi sul punto: "Corrispondono ad un piccolissimo sforzo". Poi a fine della prima giornata di vertice il premier ha aggiunto: "Delle questioni economiche discuteremo domani. Confermo che si tratta di fare una valutazione più politica di chi decide cosa. Perchè dal punto di vista tecnico le risorse per trovare la soluzione sono ampiamente a portata di mano".

Dopo i ringraziamenti di rito, da Bruxelles sottolineano come i documenti italiani chiedano chiaramente di leggere la manovra tricolore alla luce delle riforme che il Paese sta facendo. Ma "rispetto alla Stabilità del 2014, il budget italiano rinvia il raggiungimento degli obiettivi di medio termine al 2017 e riduce la riduzione del rapporto tra debito e Pil nei prossimi anni. Il risultato è che il documento di bilancio infrange gli impegni richiesti dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita", scrivono i tecnici Ue.

Proseguendo e citando l'analisi preliminare, a Bruxelles specificano che "l'Italia ha pianificato una deviazione significativa dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine (Mto, medium-term budgetary objective) per il 2015". Per di più, il deficit pianificato non aderisce neppure alla regola di riduzione del debito che è un parametro ancora più stringente rispetto all'obiettivo di medio termine.

Il riferimento è al fatto che il budget italiano preveda una correzione "solo" dello 0,1% del Pil per quanto riguarda il deficit strutturale (calcolato al netto del ciclo economico negativo). L'obiettivo di pareggio di bilancio strutturale, invece, passa dal 2016 al 2017, slittando così di due anni complessivamente sugli impegni iniziali. La Stabilità prevede che nel 2016 si riprenda il percorso di rientro normale, dello 0,5% sul Pil. La norma europea dice infatti che gli obiettivi di saldo devono essere compresi in una forcella stabilita tra un deficit strutturale dello 0,5% del Pil (-1% nei Paesi dove il debito è inferiore al 60% del Prodotto, quindi non in Italia dove si supera il 130%) e il pareggio o l'avanzo. Regole specifiche sono, inoltre, previste per la riduzione del rapporto debito/Pil verso il parametro del 60%. Il percorso di avvicinamento al Mto si fonda su una regola di correzione strutturale annuale di 0,5 punti, anche se può appunto variare in relazione alla congiuntura sfavorevole.  

Per queste ragioni, Bruxelles chiede chiarimenti al governo entro domani, augurandosi di continuare un "dialogo costruttivo". La Commissione vuole anche sapere "come l'Italia assicurerà il pieno rispetto dei suoi obblighi di politica finanziaria in base al patto di stabilità e crescita per il 2015". Da parte di via XX Settembre si dice invece che "gli uffici tecnici del Ministero dell'Economia e delle Finanze sono già in contatto con la direzione ECOFIN a Bruxelles, così come il Governo italiano è in contatto con la Commissione europea. Il Governo italiano risponderà alla richiesta di chiarimento entro domani".

Nella sua risposta, l'Italia ribadirà che la filosofia della Stabilità sposa l'invito Ue a mettere in campo un consolidamento fiscale che sia "growth friendly", di supporto alla crescita. Padoan insisterà sui due elementi congiunturali negativi eccezionali: il terzo anno di recessione e una situazione ai limiti della deflazione. Di contro, la flessibilità serve per sostenere la terza 'eccezionalità' sulla quale si fonda la finanziaria, questa volta positiva, cioè il piano di riforme condiviso dall'Ue che però presenta dei costi, per di più aggravati dal contesto economico pesante.

Katainen, già premier finlandese, è responsabile Ue per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività cioè ha la supervisione di tutti i principali portafogli economici, mentre commissario per gli Affari economici è il francese Pierre Moscovici. L'invio di questa lettera è una consultazione a cui la Commissione è tenuta in base alle normative comunitarie. Alla notizia ha risposto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, graziano Delrio, intervenendo a Porta a Porta: "E' una lettera che sta ai fatti: l'Italia ha chiesto più tempo per un motivo molto semplice. C'è una fase eccezionale di recessione e di regressione e in casi eccezionali di congiuntura economica si può chiedere alla Commissione di posticipare il pareggio. Il Paese non è sotto esame, noi siamo i fondatori dell'Europa, non degli scolaretti e c'è un dialogo molto franco con l'Europa".