domenica 11 maggio 2014

Riceviamo e pubblichiamo

La rivolta contro l’informazione e Grillo dividono Santoro e Travaglio

SABATO, 10 MAGGIO 2014
Michele Santoro, il conduttore di “Servizio Pubblico” ed il giornalista TV di maggior successo del nostro paese, traccia con il direttore del sito del “Fatto Quotidiano” Peter Gomez un bilancio della stagione televisiva appena conclusasi per lui in modo positivo. Il conduttore di “Anno Zero” e “Servizio Pubblico” spiega il suo rapporto con Marco Travaglio, vice direttore del “Fatto”, e rimarca come la differente valutazione sull’attuale stato dell’informazione possa spingerli ad una separazione. Per Santoro in questo momento c’è una ribellione nei confronti del giornalismo, non così dissimile rispetto a quanto avviene con l’ostilità alla politica chiamata in gergo “lotta alla Casta”. “Oggi io penso di fare direttamente da me. E’ una sorta di rivolta nel consumo dell’informazione, che riguarda anche la carta stampata. Si è creata una gigantesca piazza Tahrir, una rivolta verso tutto ciò che è istituzionale e dentro questa gigantesca piazza in subbuglio non c’è spazio benevolo (per) chi è portatore di una mediazione sia istituzionale sia informativa”. Michele Santoro gioca il peculiare ruolo giocato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio in questo sentimento, con una tendenza alla trasformazione della “rete” in una curva da stadio in lotta contro tutto ciò che sa di istituzione. “La trasformazione di una parte del web in una sorta di curva Nord o Sud della politica italiana può avere effetti pericolosi”. In questa diversa valutazione su cosa debba fare l’informazione, se stare o meno dentro la piazza Tahrir che lotta contro le istituzioni, anche i mass media quindi, sta la differente analisi che al momento separa lo stesso Michele Santoro da Marco Travaglio. La collaborazione fissa tra i due giornalisti dura ormai da otto anni, ma Santono non nega che dopo quest’anno ci possa essere una separazione. Per il conduttore di “Servizio Pubblico” un eventuale abbandono di Travaglio del suo programma TV potrebbe dar vita ad una nuova collaborazione, come una trasmissione condotta dal vice direttore del “Fatto”. ” Dobbiamo agire per il crollo del sistema di informazione o per la rigenerazione? Non possiamo sposare quello che fa Renzi, ma nemmeno quello che fa Grillo. Non dico che Marco abbia perso la sua indipendenza, sarebbe una banalizzazione. Penso semplicemente che Marco sia portato a vedere tutto quello che sta fuori questa piazza Tahrir come un elemento che non contenga tanti spunti positivi. Però stare dentro piazza Tahrir il rischio è il fondamentalismo al governo”.

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