ViVa Pancho Grillo!!
I giornalisti si sono accorti del M5* l'attimo prima della sua fine.
Sono tutti a domandarsi il perché del fenomeno che questo è già passato.
Proprio come uno tsunami.
Non che non possa avere ancora risultati elettorali, ma la sua rivoluzione è finita nel momento in cui è entrato da vincitore in parlamento.
Perché adesso, con l'espugnazione della capitale nemica, l'epopea eroica di quelli che combattono contro il governo centrale dei burocrati è terminata.
Ora i peones di Grillo, quelli che contano solamente uno, potranno sedersi in parlamento e diventare parte del sistema o abbandonare ancora la capitale incapaci di comprenderne il funzionamento.
Come i caballeros di Villa ed i campesinos di Zapata, guarderanno quel mondo che non è il loro e torneranno alle loro case, oppure si aggiusteranno le cravatte e si mescoleranno tra i politici di mestiere dei partiti.
A poco varrà l'aiuto di Grillo, perché di fronte a quesiti complessi le risposte da slogan rivoluzionario non bastano.
Perché le leggi non sono mai bianche o nere: dentro ai testi burocratici ci sono sempre delle limitazioni, delle esenzioni, delle distinzioni, che ne cambiano il significato originario.
Così, come dice Grillo, voteranno decidendo di volta in volta. Ma quello che Grillo non dice è che non voteranno tutti nello stesso modo.
Perché all'interno del M5*, come si è visto in Emilia (Favia contro tutti) e Piemonte (Biolè contro Bono), dove per primi sono sperimentati gli eletti del movimento, le anime del movimento sono eterogenee e spesso antitetiche.
Il fatto che persone di destra e di sinistra siano confluite insieme non vuol dire che abbiano rinunciato ai loro punti di riferimento. Di fronte a leggi complesse risponderanno più secondo la loro convinzioni che secondo direttive unitarie.
Questo fenomeno andrà via via allargandosi frantumando definitivamente il M5*, che essendo basato su un'unità di convenienza intorno al mediatico Grillo e una coesione fragile sui temi anticasta, non ha speranza di sopravvivere.
Pancho Villa entrò nella capitale messicana insieme a Zapata, fecero le foto nel palazzo presidenziale del deposto Huerta e poi dovettero abbandonare il potere al più moderato Carranza.
La gente continuò a considerare Pancho Villa un eroe, un rivoluzionario, confusionario e molto generoso ma elesse Carranza.
Il termine giusto per il fenomeno M5* l'ha scelto proprio Grillo: Tsunami.
Un'onda occasionale, imprevista, che tutto distrugge ma lascia solo rovine ed il ricordo di sé.
E già l'onda si ritira...
Sono tutti a domandarsi il perché del fenomeno che questo è già passato.
Proprio come uno tsunami.
Non che non possa avere ancora risultati elettorali, ma la sua rivoluzione è finita nel momento in cui è entrato da vincitore in parlamento.
Perché adesso, con l'espugnazione della capitale nemica, l'epopea eroica di quelli che combattono contro il governo centrale dei burocrati è terminata.
Ora i peones di Grillo, quelli che contano solamente uno, potranno sedersi in parlamento e diventare parte del sistema o abbandonare ancora la capitale incapaci di comprenderne il funzionamento.
Come i caballeros di Villa ed i campesinos di Zapata, guarderanno quel mondo che non è il loro e torneranno alle loro case, oppure si aggiusteranno le cravatte e si mescoleranno tra i politici di mestiere dei partiti.
A poco varrà l'aiuto di Grillo, perché di fronte a quesiti complessi le risposte da slogan rivoluzionario non bastano.
Perché le leggi non sono mai bianche o nere: dentro ai testi burocratici ci sono sempre delle limitazioni, delle esenzioni, delle distinzioni, che ne cambiano il significato originario.
Così, come dice Grillo, voteranno decidendo di volta in volta. Ma quello che Grillo non dice è che non voteranno tutti nello stesso modo.
Perché all'interno del M5*, come si è visto in Emilia (Favia contro tutti) e Piemonte (Biolè contro Bono), dove per primi sono sperimentati gli eletti del movimento, le anime del movimento sono eterogenee e spesso antitetiche.
Il fatto che persone di destra e di sinistra siano confluite insieme non vuol dire che abbiano rinunciato ai loro punti di riferimento. Di fronte a leggi complesse risponderanno più secondo la loro convinzioni che secondo direttive unitarie.
Questo fenomeno andrà via via allargandosi frantumando definitivamente il M5*, che essendo basato su un'unità di convenienza intorno al mediatico Grillo e una coesione fragile sui temi anticasta, non ha speranza di sopravvivere.
Pancho Villa entrò nella capitale messicana insieme a Zapata, fecero le foto nel palazzo presidenziale del deposto Huerta e poi dovettero abbandonare il potere al più moderato Carranza.
La gente continuò a considerare Pancho Villa un eroe, un rivoluzionario, confusionario e molto generoso ma elesse Carranza.
Il termine giusto per il fenomeno M5* l'ha scelto proprio Grillo: Tsunami.
Un'onda occasionale, imprevista, che tutto distrugge ma lascia solo rovine ed il ricordo di sé.
E già l'onda si ritira...