martedì 5 marzo 2013

Una bella riflessione. Non completamente condivisa ma le idee anche diverse sono sempre un arricchimento.


Il Cittadino al potere (di Marco Bracconi)
Marco-bracconiQuesta storia del fascismo delle origini buono e giusto poi degenerato in orrore e tenebra è una di quelle vulgate culturali cui una certa improvvisazione grillina non poteva sfuggire. La polemica divampa, ma le un po’ arraffazzonate opinioni della capogruppo 5  Stelle sugli anni Venti non mi sembrano il punto nodale della questione. Il punto vero è la competenza. Perché anche su questo tema si rischia, come sulla forma della democrazia, di buttare assieme il bambino e l’acqua sporca.
La mia impressione è che l’avvento di questa nuova classe dirigente non sia interpretato con lucidità ed equilibrio, ma al contrario sotto il segno un po’ isterico del senso di colpa. Lo schema è semplice: siccome in questi ultimi anni gli uomini politici hanno fatto decisamente schifo, chiunque sarà meglio di loro; e visto che la politica si è trasformata in casta, chiunque non provenga dalla casta sarà comunque meglio di loro.
Si potrebbe riflettere a lungo su questo manicheismo à la carte casta-popolo, perché leggere l’Italia degli ultimi vent’anni come un paese in cui i cattivi politici hanno vessato la buonissima gente è un tantino semplicistico.
Ma ora non è questo il punto. Il punto è se lo schema sopra descritto ha un senso, sia utile e serva al futuro del Paese. O se invece non nasconda un male peggiore di quello che intende curare. Anche molti di quelli che hanno votato Cinque Stelle converranno: continuare a mettere avanti l’argomento quelli di prima hanno fatto schifo è un ottimo strumento di propaganda, ma non risolve tutto. E se la risposta è sempre e solo quella, l’ovvio risultato è cadere in un atteggiamento un po’ consolatorio e infine autoreferenziale.
Allora la domanda che richiede una risposta seria è: fatta la tara della brutta prova che la attuale classe dirigente ha dato di sé negli ultimi due decenni, questa nuova classe dirigente in ascesa ha le competenze, la cultura politica, la visione delle complessità, la caratura intellettuale, la profondità di ragionamento per aggredire con successo i nodi che abbiamo di fronte?
Li ha o non li ha, indipendentemente da come si sono comportati quelli di prima?
Io credo che sarebbe saggio e utile per tutti – Grillo e Casaleggio compresi – cercare di dare una risposta a questa domanda senza “coprirsi” sempre e comunque con il passato. Il fatto che quelli di prima hanno fatto schifo non puo’ essere il titolo di merito che consente di saltare a piè pari la questione. Essere cittadini normali e senza auto blu non puo’ diventare un alibi buono per tutti gli usi, esattamente come l’essere giovanio donne, o essere stati scelti attraverso la Rete sta diventando un alibi per rispondere ad una oggettiva crisi di selezione e ricambio delle classi dirigenti.
Gli eletti di Grillo, salvo smentite, sono persone perbene. Ma per aggredire la crisi economica, sociale, culturale e identitaria italiana l’onestà è una pre-condizione oppure è direttamente la soluzione?
Una prima risposta l’ha data, l’altro ieri, Renzo Piano. Che pur manifestando grande attenzione e nessuna ostilità di principio alle istanze del Movimento, ha gentilmente declinato l’offerta di Grillo per una  candidatura al Quirinale:  “Non ho studiato abbastanza”.
Vale la pena discuterne, pacatamente, oppure anche questa è lesa maestà del dogma il cittadino al potere?
Marco Bracconi
Questi vaniloquenti a 5 stelle dobbiamo lasciarli parlare. Niente par condicio. Li intervistino su tutte le reti, a tulle le ore. Mandino i video di autopresentazione, e qualsiasi fregnaccia scappi loro da dire, a microfoni aperti o spenti. Più diamo loro voce, più scatta il meccanismo a tempo di autodistruzione incorporato nel loro cervello (...insomma, cervello è parola grossa...). Non a caso, è da giorni che le migliaia di commenti auto-erotici dei grillacei sono stati sostituiti da migliaia di commenti, quasi tutti critici, da parte di ex-grillini sul punto di uscire dal coma profondo in cui erano stati indotti (e tenuti) dalla Spett. "Casaleggio & G." Tafanus

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