“MoVimento 5 Stelle, si decide con Casaleggio”
03/03/2013 - Idee chiare per i grillini alla prima riunione dei parlamentari eletti
di Redazione
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E’ iniziato tutto stamane davanti a Montecitorio per concludersi davanti al Sant John hotel: il MoVimento 5 Stelle si riunisce per discutere le azioni del Movimento 5 stelle davanti al parlamento.
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MOVIMENTO E PARLAMENTO Un giro in Parlamento, accompagnati da alcuni di quelli che saranno i neodeputati. Oggi Montecitorio per la sua tradizionale visita mensile ha raccolto oltre 5000 persone. Una affluenza triplicata. L’appello è stato lanciato ieri sul web dal Movimento 5 Stelle del Lazio che ha chiamato i cittadini per visitare la Camera, perché “il Parlamento è la vostra casa, va conosciuta”. All’appuntamento mensile c’erano anche loro, confusi tra la folla, e seguiti dai giornalisti.
IN ASSEMBLEA – La stessa ricerca è scattata oggi quando sono trapelate indiscrezioni sulla riunione dei neoeletti al Sant Johns a due passi da San Giovanni a Roma. Blindato l’albergo, folla di stampa fuori. Gli attivisti si sono confusi tra i turisti prima dell’ora di pranzo. In questi minuti un neosenatore è uscito fuori per garantire alla stampa che Grillo non ci sarà “nè oggi è domani”, e che questa è solo una riunione “organizzativa”. Nessuna foto dalla sala a parte quelle diffuse in rete dagli attivisti.
LA COMUNICAZIONE - Sulla comunicazione decide Casaleggio. Durante la prima riunione interna degli eletti del MoVimento 5 Stelle, con tre voti a maggioranza al termine di una lunga discussione dedicata alle forme di comunicazione interna del movimento, i parlamentari decidono di rimandare a domani le decisioni sulla comunicazione esterna. Seduti tutti in circolo in una saletta dell’Hotel Saint John di Roma, gli oltre 100 presenti del Movimento 5 Stelle, tra eletti e militanti, hanno discusso per lo più di comunicazione interna. La riunione, organizzata e moderata da due esponenti del movimento del Lazio, prevedeva interventi di tre minuti: ciascuno si presentava con un nome, regione di elezione e camera di appartenenza.
DECIDE CASALEGGIO – La prima riunione degli eletti del Movimento Cinque Stelle, cui le agenzie di stampa sono riuscite ad assistere nonostante fosse riservata, si conclude così: “Casaleggio ha costruito un impero, ne sa più di noi, decidiamo domani con lui e con lo staff”, tira le somme un eletto sicialiano. Non è stato solo questo neo eletto siciliano a spiegare che la linea di comunicazione all’esterno verra’ data domani da Beppe Grillo e Casaleggio, ma un po’ tutti i neo parlamentari grillini hanno rimandato alla riunione di domani per il rapporto con la stampa e l’esterno. “La linea comunicativa da tenere all’esterno ci verrà data domani. Quindi oggi non ne parlo”, ha invece detto uno degli eletti durante l’incontro degli oltre cento parlamentari del Movimento 5 Stelle a cui le agenzie di stampa sono riuscite ad entrare aggirando i controlli. Quanto all’atteggiamento da tenere con i giornalisti, questo il consiglio: “I giornalisti? Prendeteli per il culo come ho fatto io entrando. Divertitevi, tanto la nostra notorietà durera’ 15 giorni. I parlamentari normali non se li fila nessuno. Non sono come i ministri. Scilipoti lo hanno conosciuto tutti solo perche’ ha tradito”.
SERENI E DETERMINATI – ‘Sereni, uniti e determinati”, scrive invece all’Ansa il neo deputato romano Stefano Vignaroli, 36 anni, descrivendo in un sms il clima tra i parlamentari M5S riuniti all’Hotel Saint John di Roma per conoscersi e iniziare a organizzarsi. Durante il ‘meeting’, cui le agenzie di stampa sono riuscite a partecipare, si e’ votato a maggioranza per la creazione di un ‘Google group’, di un forum organizzativo per la logistica e per un calendario di incontri fisici tra gli eletti una volta a settimana. Ma sul silenzio qualcuno non ci sta. “Dobbiamo dire qualcosa ai milioni di persone che ci hanno portato sin qui. La gente vuol sapere che intenzioni abbiamo. Non perdiamo le persone che ci hanno portato fin qui”, dice Paola Taverna, neoeletta del M5S al Senato nel Lazio, prendendo la parola all’assemblea dei neoeletti. “E’ la gente che deve fare politica – rimarca – noi dobbiamo fare i portavoci oppure moriamo in tre mesi”. Taverna ammette di non amare “la chiusura. Tutti chiedono ‘che fate?’ Siamo un modello d’apertura e poi chiudiamo”, chiede agli altri.
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