Retroscena/ Il Pd ignora l'appello del Colle. Nuove elezioni il 21-22 luglio
Venerdì, 8 marzo 2013 - 14:02:00
Di Alberto Maggi - @AlbertoMaggi74
Giorgio Napolitano questa volta non le ha mandate a dire all'ex compagno di partito Pierluigi Bersani. "La crisi non aspetta, l'Italia si dia un governo", ha sentenziato il Presidente della Repubblica. Traduzione: inutile perdere tempo con un incarico esplorativo per tentare di formare un esecutivo con il Movimento Cinque Stelle quando Beppe Grillo ha detto e stradetto no. Meglio, dunque, pensare a una soluzione tecnica o di grande coalizione con il Popolo della Libertà. Così la pensa il Colle, ma Bersani? Fonti molto vicine al segretario democratico confidano ad Affaritaliani.it che, nonostante il massimo rispetto per il capo dello Stato, non esistono piani B. Non ci sono subordinate. "Berlusconi scappa dai processi e organizza manifestazioni in piazza contro la Magistratura. Come possiamo governare con il Pdl?", spiega la fonte. In sostanza il Pd ascolta Napolitano ma dritto per la sua strada. Anche perché le posizioni differenti e non allineate a quella di Bersani sono nettamente in minoranza sia a livello di gruppi parlamentari sia all'interno della Direzione Nazionale. Tanto che ormai si parla apertamente di elezioni anticipate, che sono diventate il primo scenario probabile. Anche se nessuno lo dice apertamente per non spaventare l'Europa e i mercati finanziari. "La destra è già in campagna elettorale", afferma la fonte.
E quindi ci si prepara alla nuova sfida delle urne. Ovviamente con questa legge elettorale e con Monti in carica per l'ordinaria amministrazione. Il Pd è convinto di poter dimostrare all'opinione pubblica l'inaffidabilità dell'M5S, che non ha voluto assumersi la responsabilità di governare il Paese, per poter recuperare una parte di quei 3,5 milioni di voti che il 24-25 febbraio sono passati dai democratici a Grillo. Ma vediamo le tappe. Il 15 aprile il Parlamento si riunisce in sede comune per eleggere il nuovo Presidente. Difficilissimo che sia un accordo. Ma il Centrosinistra, insieme a Monti, ha i numeri. Quindi i due nomi in pole position sono quelli di Romano Prodi e Anna Finocchiaro. Poi bisognerà aspettare il 15 maggio per l'insediamento al Quirinale. Ancora un paio di settimane per le consultazioni del nuovo capo dello Stato, che quasi certamente accerterà l'impossibilità di formare un nuovo governo, e via ai primi di giugno con lo scioglimento delle Camere. A quel punto la data più probabile per le prossime elezioni politiche è quella di domenica 21 e lunedì 22 luglio. Almeno così si scommette dalle parte del Viminale. E a quel punto tutto potrà accadere. Soprattutto con il Porcellum...
E quindi ci si prepara alla nuova sfida delle urne. Ovviamente con questa legge elettorale e con Monti in carica per l'ordinaria amministrazione. Il Pd è convinto di poter dimostrare all'opinione pubblica l'inaffidabilità dell'M5S, che non ha voluto assumersi la responsabilità di governare il Paese, per poter recuperare una parte di quei 3,5 milioni di voti che il 24-25 febbraio sono passati dai democratici a Grillo. Ma vediamo le tappe. Il 15 aprile il Parlamento si riunisce in sede comune per eleggere il nuovo Presidente. Difficilissimo che sia un accordo. Ma il Centrosinistra, insieme a Monti, ha i numeri. Quindi i due nomi in pole position sono quelli di Romano Prodi e Anna Finocchiaro. Poi bisognerà aspettare il 15 maggio per l'insediamento al Quirinale. Ancora un paio di settimane per le consultazioni del nuovo capo dello Stato, che quasi certamente accerterà l'impossibilità di formare un nuovo governo, e via ai primi di giugno con lo scioglimento delle Camere. A quel punto la data più probabile per le prossime elezioni politiche è quella di domenica 21 e lunedì 22 luglio. Almeno così si scommette dalle parte del Viminale. E a quel punto tutto potrà accadere. Soprattutto con il Porcellum...
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