domenica 3 marzo 2013

Fino ad oggi tutti pensavano che uno vale uno fosse valido per tutti. I commentatori politici e gli intellettuali alla Marco Travaglio ci facevano credere che questo non è un partito stalinista ma un movimento democratico. Si, e noi ci abbiamo creduto. Di democratico in questa setta c'é solo la possibilità di alzare la mano per fare quello che ha deciso Grillo e Casaleggio. Sono tre anni che ripeto che questa setta non rispetta un solo articolo della costituzione. Oggi é palese che avevo ragione. Nessun impegno, nessuna firma, nessuna promessa può imporre ad un parlamentare di votare " senza vincolo di mandato ". È il principio base della democrazia uscita dalla resistenza e che ci ha regalato quella che é la più belle costituzione europea.


Grillo: “In Parlamento si pratica la ‘circonvenzione di elettore’”

Il leader del Movimento 5 Stelle in un post sul blog interviene contro il divieto di vincolo di mandato previsto dall'articolo 67 della Costituzione. In questo modo, scrive, "l'eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno"

Grillo: “In Parlamento si pratica la ‘circonvenzione di elettore’”
Una volta vinto il seggio “l’eletto può fare, usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno”. Beppe Grillo interviene in un post sul suo blog criticando l’articolo 67 dellaCostituzione secondo cui “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Quindi “dopo il voto il cittadino può essere gabbato a termini diCostituzione“. In Parlamento, dunque, si pratica la “circonvenzione di elettore”, una prassi “molto comune nel Parlamento italiano, adottata da voltagabbana, opportunisti, corruttibili, cambiacasacca”. Ed è così praticata “da essere diventata scontata, legittima, la norma. Non dà più scandalo”. In questo modo “viene concesso al parlamentare libertà preventiva di menzogna, può mentire al suo elettore, al suo datore di lavoro, senza alcuna conseguenza invece di essere perseguito penalmente e cacciato a calci dalla Camera e dal Senato“.
Infatti “l’elettore, al momento del voto, crede in buona fede alle dichiarazioni di Tizio o Caio, diScilipoti o De Gregorio. Lo sceglie – prosegue Grillo – per la linea politica espressa dal suo partito e per il programma. Gli affida un mandato di un lustro, un tempo lunghissimo, per rappresentarlo in Parlamento e per attuare i punti del programma”. Non solo: “gli paga lo stipendio attraverso le sue tasse perché mantenga le sue promesse”. Ma nonostante il voto sia “un contratto tra elettore ed eletto ed è più importante di un contratto commerciale” è ritenuto “del tutto legittimo il cambio in corsa di idee, opinioni, partiti. Si può passare dalla destra alla sinistra, dal centro al gruppo misto, si può votare una legge contraria al programma. L’articolo 67 della Costituzione della Repubblica italiana recita: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Questo consente la libertà più assoluta ai parlamentari che non sono vincolati né verso il partito in cui si sono candidati, né verso il programma elettorale, né verso gli elettori”.
Senza vincolo di mandato, prosegue il leader 5 Stelle, “per cinque anni il parlamentare vive così in unEden, in un mondo a parte senza obblighi, senza vincoli, senza dover rispettare gli impegni, impegni del resto liberamente sottoscritti per farsi votare, nessuno lo ha costretto con una pistola alla tempia a farsi inserire nelle liste elettorali”. E oggi il Guardian pubblica anche un’intervista di Dario Fo, secondo cui ”Grillo sta salvando l’Italia” dove il prmeio Nobel e sostenitore M5S sottolinea come “occorreva un visionario surrealista come Beppe Grillo per salvare l’Italia”.

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