Casaleggio, De Luca del Pd: “Somiglia a un cane a pelo lungo”
“Casaleggio? Vada da un barbiere serio, si faccia consigliare da Ingroia che mi pare abbia un barbiere di alto livello”. Sono le caustiche parole di Vincenzo De Luca ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio 24. Il Sindaco di Salerno, dissertando diGrillo e del Movimento 5 Stelle, indugia su Gianroberto Casaleggio, da lui paragonato a “uno di quei cani di razza a pelo lungo”. “Quando lo vedo” – afferma l’esponente del Pd – “non so mai se si tratta della testa o del sedere. Uno che a cinquant’anni si fa la permanente la mattina è capace di qualsiasi delitto“. E rincara: “Finiamola con queste palle, come la democrazia diretta. Non abbiamo tempo da perdere”. De Luca, pur rispettando il dato elettorale raggiunto da Grillo e dal Movimento 5 Stelle, stronca il leader del movimento. “Grillo dice che vuole cambiare il mondo” – dichiara – “ma bisognerà informarlo che questo posto è già occupato da uno che venne 2000 anni fa. Non accetto l’infantilismo, le furbate, la volgarità, e meno che mai la violenza verbale e sostanziale. Sul caso Mps” – continua – “Grillo non mi deve rompere le scatole: se ha delle cose da dire, vada alla Procura della Repubblica. Ma finiamola con queste porcherie demagogiche“. E aggiunge: “Vorrei dire a Grillo che io mi alzo la mattina e già mi fa male la testa e quindi quando vedo uno che poi c’ha una villa ai monti, un’altra villa a Marina di Bibbona, si fa i bagni a Malindi…oeh, giovanò. Torniamo coi piedi per terra” – prosegue – “facciamo le persone serie. Basta con le palle “la rete” e “controrete”, bando a queste fesserie”. Il conduttore Giuseppe Cruciani insinua che Grillo, in realtà, se ne frega dei problemi comuni e De Luca si inalbera: “Allora facciamo venire a galla il fatto che se ne frega, poi ci sarà qualcuno che lo ha votato e che gli dirà: ‘Adesso và a morì ammazzato e vattene a Malindi’”. Il primo cittadino di Salerno, poi, rifila una nuova sferzata: “Queste elezioni ci hanno liberato da qualche vecchio trombone della politica. Penso a Di Pietro, a quello del Guatemala, Ingroia, e quasi riuscivamo anche con l’Udc e, soprattutto, con Casini”
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