"Noi abbiamo la responsabilità" di formare un governo. All'indomani dell'elezione dei presidenti di Camera e Senato, Pier Luigi Bersani insiste con i suoi "8 punti" ma con cautela: "Da martedì, mercoledì la cosa è nelle mani di Napolitano, è questa la chiave. Sull'incarico la valutazione è di Napolitano". Intervistato da Maria Latella su Sky, il segretario del Pd non dà comunque segni di cedimento sull'idea che tocchi a lui formare un governo, nonostante riconosca che la situazione non sia affatto semplice. "Entro luglio" annuncia una "nuova legge sui finanziamenti ai partiti, basata sulle contribuzioni private ", ma avverte Beppe Grillo: "Senza soldi non si monta un palco...", per ribadire la sua contrarietà ad abolire totalmente i finanziamenti ai partiti, "altrimenti la politica la fanno solo i ricchi", ha sempre detto. Quanto all'arresto di Silvio Berlusconi, qualora fosse chiesto dai pm "esamineremo le carte e se non c'è fumus persecutionis, daremmo l'assenso come abbiamo fatto altre volte...".
"Certamente la strada che indico io è molto stretta ma altre strade si ritroverebbe molto più strette", compresa quella di un governo a guida tecnica. "Tutte le soluzioni che prevedessero una compartecipazione delle forze in parlamento dovrebbero prevedere una partecipazione larghissima e unanime - dice Bersani - ma se fossero idee e maggioranza Pd-Pdl, io lo dico da tempo, questa ipotesi non c'è. Non si può mettere un coperchio precario su una pentola a pressione. Oggi il paese è precario e ha bisogno di cambiamento in una direzione precisa".
Il segretario del Pd è soddisfatto del colpo di scena di ieri, la scelta di candidare due outsider, Pietro Grasso alla presidenza del Senato e Laura Boldrini alla Camera. "Ha avuto una reazione piena di umiltà", quando lo ha saputo, ha detto della Boldrini rispondendo a una domanda sulla possibilità che sia lei la candidata premier al prossimo giro. "Se si fanno le primarie, chi vuole si candida...". E poi scherza, ma mica tanto: "Ho buttato via due ministri", in riferimento sempre a Grasso, che immaginava come Guardasigilli del suo governo, e Boldrini.
I numeri per la formazione di un governo restano avari, però. Bersani lo sa e fa capire che pensa ancora alla Lega come un possibile sostegno. Ma nessun impegno scritto con il Carroccio. Il segretario del Pd smentisce che Roberto Maroni gli abbia chiesto "qualcosa di scritto per il nord". "Noi - ribadisce Bersani - abbiamo presentato 8 punti che per noi sono il cambiamento, io non guardo in faccia a chi li sostiene e vota...".