Il Pil crolla? I consumi vanno a picco? Per la Grillonomics dovremmo essere felici
Adesso siete felici? Dovreste esserlo. Almeno secondo la teoria illustrata da Beppe Grillo in un'intervista alla Tv turca, quella della decrescita felice. "Tra cinque anni saremo più poveri ma molto felici", ha detto Grillo. Più poveri, veramente, già lo siamo.
Proprio oggi la Confcommercio ci ha spiegato che il Pil, l'odiato (dai seguaci di Serge Latouche, il teorico della decrescita) prodotto interno lordo, ha fatto un balzo nel passato fino all'anno 2000. Quello pro capite è crollato di quasi l'11%. Consumiamo quanto consumavamo in media a metà degli anni novanta. Le auto praticamente non le compriamo più (se ne vendono quante se ne vendevano negli anni settanta), il petrolio (consumi per 63 milioni di tonnellate nel 2012) ha fatto addirittura un balzo indietro agli anni sessanta, prima del boom economico.
L'Istat ha certificato che una famiglia su dieci ormai non compra più pesce e carne. Costretti ad essere vegetariani. Nel frattempo che qualcuno si attrezzi con l'indice della felicità per misurare quanta gioia ci sia nella decrescita italiana, la Confcommercio ha battezzato il Misery index. Il risultato? I poveri assoluti nel 2006 erano 2,3 milioni, nel 2013 saranno 4 milioni. Qualcuno provi a chiedergli quanto sono felici.
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