sabato 23 marzo 2013

Mentre il paese muore Berlusconi e M5S fanno la stessa cosa: perdono tempo. Come se le piazze piene in questo momento servissero ad evitare che aumenti la disoccupazione giovanile e femminile. Come se urlare contro i giudici serva a far ripartire l'economia italiana. Come se farsi vedere servisse ad evitare il suicidio del prossimo piccolo imprenditore. Come se buttare il tempo a far niente possa servire a dare un lavoro agli operai e agli impiegati delle aziende che chiudono. Non è questo il tempo per l'Italia. Questo è il tempo di pensare al futuro.


ITALIA IN MANIFESTAZIONE

Berlusconi, Roma divisa in due piazze

Il Pdl contro i giudici, Micromega per l'ineleggibilità del Cavaliere. E in Val di Susa il corteo No Tav con il M5s.

Due universi paralleli in pericolosa rotta di collisione, separati dalla miseria di 3 chilometri nel cuore di Roma.
La Capitale è pronta a dividersi sabato 23 marzo come ama fare l'Italia da 19 anni a questa parte, in un gigantesco referendum pro o contro Silvio Berlusconi.
La «difesa della Costituzione» da una parte e «l'attacco all'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria» dall'altra.
Chi dovesse essersi stufato, invece, può sempre ripiegare nei pressi di Torino, dove si alza la voce contro la Tav.
SILVIO IL PERSEGUITATO. Il Pdl vuole riversarsi in piazza del Popolo chiamando a raccolta cittadini e politici per difendere il leader «perseguitato» dall'azione giudiziaria.
Nulla di nuovo, dopo la manifestazione «senza precedenti per gravità» (Napolitano dixit) fuori dal tribunale di Milano. Un'occupazione non autorizzata che aveva fatto scappare allagiornalista Lucia Annunziata quell'«impresentabili» rivolto ai berlusconiani che tanto aveva fatto arrabbiare Angelino Alfano, ieri ministro di Grazia e Giustizia, oggi in piazza contro i magistrati.
MA IL CAV DEVE CONTENERSI. Questa volta persino il Cavaliere dovrà in qualche modo contenersi e tenere fede all'etichetta di 'polo moderato', se è vero che vuole essere coinvolto nelle trattative per la formazione del nuovo governo che il presidente della Repubblica haaffidato al segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani.
Un profilo istituzionale e meno piazzista (nonostante l'occasione) potrebbe non precludere a Silvio l'ultima stretta via della grande coalizione.
MICROMEGA PER L'INELEGGIBILITÀ. Ma qualche strada più in là, a Santi Apostoli (luogo caro al centrosinistra italiano perché lì si celebrò la vittoria di Romano Prodi nel 2006), così come in altre piazze italiane, è pronta ad andare in scena una manifestazione sull'ineleggibilità di Berlusconi, nata dall'appello del periodico Micromega.
Un faccia a faccia per la 'felicità' di Roma, città blindata e già congestionata che dopo lo sciopero dei mezzi pubblici del 22 marzo e l'elezione di papa Francesco si appresta a vivere un altro sabato di passione.

Alemanno contro il Popolo viola: «Provocazione politica»

Prima ancora che sui contenuti però, le due fazioni hanno litigato pure sull'organizzazione. È successo così che l'avvocatura di Roma Capitale ha annunciato l'intenzione di intraprendere azioni risarcitorie nei confronti delle associazioni organizzatrici del sit-in in piazza San Giovanni, poi spostato a Santi Apostoli, se «dovessero verificarsi concreti disservizi e difficoltà di spostamento a Roma», cosa praticamente sicura.
IL SINDACO FURIOSO. Come mai? Il sindaco Gianni Alemanno è andato su tutte le furie (guarda il video), preoccupato sui possibili disagi alla mobilità per la presenza di tante persone alla manifestazione del Pdl.
I responsabili dello 'sgambetto' logistico sarebbero i 'nemici' del Popolo viola, che avevano «chiesto piazza San Giovanni impedendo al Pdl di utilizzarla e poi hanno cambiato idea e si sono ritirati in piazza Santi Apostoli. Grazie a questa provocazione, degna della peggiore politica, noi rischiamo una crisi del traffico semplicemente perché un gruppo politico, per fare dispetto a un altro, ha chiesto una piazza che non si poteva permettere: condanno totalmente questo atteggiamento», ha detto Alemanno.
MASCIA: «ERA NEI NOSTRI DIRITTI». Il leader del Popolo viola, Gianfranco Mascia - candidato con Rivoluzione civile di Antonio Ingroia alle ultime elezioni - ha invece rivendicato il diritto «di poter fare un preavviso rispetto alla piazza che riteniamo, se Alemanno vuole impedire ai cittadini di autorganizzarsi come gli pare ha sbagliato di grosso. Rivendichiamo diritto di autorganizzarci e autofinanziarci. Noi come 'Comitato 23 marzo' spenderemo 1.400 euro per domani, raccolti con sottoscrizioni. Metteremo i conti online e chiediamo che anche loro facciano lo stesso».
STRADE CHIUSE, BUS DEVIATI. Il risultato, per ora, è un Tridentino off-limits, con strade chiuse e bus deviati a causa della manifestazione del Pdl, in programma tra le 13 e le 21.
E alle 17, nel pieno dello svolgimento della giornata berlusconiana, è previsto il sit-in a cui partecipa il Popolo viola (atteso anche Antonio Di Pietro) e indetto da Micromega a Santi Apostoli, a poca distanza da Palazzo Grazioli, residenza romana di Silvio.
Non una coincidenza: la vicinanza serve a ricordare un'altra verità, quella 'legislativa', secondo cui Berlusconi è incandidabile per legge.
IN VAL DI SUSA TUTTI CONTRO LA TAV. I cittadini ancora incalliti sostenitori berlusconiani o i cronici detrattori del Cav hanno la possibilità di scegliere da che parte stare, a distanza di poche vie.
Per chi ormai ragiona a cinque stelle, l'alternativa è risalire a Nord fino alla Val di Susa, dove proprio il 23 marzo si manifesta contro la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione.
Attesi i parlamentari grillini, ma anche quelli di Sel, Rifondazione e Rivoluzione civile, con tanto di inaspettata apertura dal Pd («La Tav non conviene», ha scritto a sorpresa su Twitter la senatrice Laura Puppato, che vuole esserci).
Cav o No Cav? Tav o No Tav? L'Italia scende in piazza per urlarlo.
Venerdì, 22 Marzo 2013

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