ROSARIO CROCETTA
"Il sì alla riforma delle Province
anche senza l'aiuto dei grillini"
20 Marzo 2013 - 17:32 di Accursio Sabella
Il presidente: "Ringrazio il Movimento cinque stelle per avere compartecipato all'approvazione della norma. Ma i numeri dimostrano che la maggioranza ce l'avrebbe fatta comunque. Il modello Sicilia? Può consentire grandi riforme. Ma basta con atteggiamenti da prima donna...".
PALERMO - “Con tutto il rispetto per i grillini, senza di me quella legge sulle Province non sarebbe nemmeno stata discussa all’Ars”. Va bene il modello Sicilia, ma non esageriamo. Rosario Crocetta puntualizza. Spargendo un pizzico di orgoglio ma anche una punta di fastidio sul piatto ancora caldo delle Province. Province che non esisteranno più (“ma non lo voglio dire, prima del voto finale…” dice scaramantico il governatore) e che si tramuteranno nei liberi consorzi di Comuni. “E non solo grazie al Movimento cinque stelle. Senza di loro, infatti, avremmo comunque avuto la maggioranza. Intendiamoci – precisa Crocetta – io sono stato il primo a considerare utile il dialogo con i grillini. Ma basta con atteggiamenti da prime donne. Quel risultato è un risultato globale, di coalizione. E ringrazio il Pd, il Megafono, l’Udc e l’ottimo presidente Ardizzone, oltre che il presidente della prima Commissione Marco Forzese”.
Insomma, la vittoria, è vittoria di tutti.Un’approvazione, quella di ieri del maxiemendamento governativo, che ha rinsaldato le fila di una maggioranza immune dalla sindrome dei franchi tiratori. “E in effetti – commenta Crocetta – non c’è stato nemmeno un caso di questo tipo. Anzi, per quanto ne so, c’è stata qualche crisi di coscienza tra le fila del Pdl”. Un’opposizione che ha criticato la riforma, che potrebbe portare, secondo i deputati di centrodestra, alla nascita di una trentina di nuovi Consorzi. “Non è vero – precisa Crocetta – visto che abbiamo fissato paletti chiari per la formazione di quei consorzi. Intanto, le province attuali si trasformeranno automaticamente in consorzi, e il capoluogo diventerà il capofila della nuova entità. Tre di queste, invece, diventeranno città metropolitane. È vero che per formare un Consorzio serve una popolazione minima di 150 mila abitanti, ma la nascita di un nuovo consorzio non può comportare la soppressione di un altro. Nelle nostre previsioni – aggiunge Crocetta – oltre a quelli che coincidono con le Province, potrebbero nascere Consorzi nei territori di Marsala, Caltagirone e nella zona di Gela. Poi, forse, qualche possibilità c’è anche sui Peloritani o sui Nebrodi, a causa della peculiarità dei luoghi”.
Ma la nascita di nuovi consorzi, spiega il governatore, non si dovrebbe tradurre in una proliferazione di cariche e indennità: “Intanto – spiega – abbiamo previsto una elezione di secondo grado. E nella nostra idea di riforma, i presidenti dei Consorzi, che saranno comunque sindaci della zona, non riceveranno alcuna indennità aggiuntiva, escluse le spese per le trasferte”. E il presidente respinge anche le critiche che paragonano la riforma delle Province a quella, fallimentare, degli Ato. “I consorzi – puntualizza Crocetta – non riceveranno somme dalla Regione, ma si finanzieranno attraverso i fondi dei Comuni. E anche per questo, non potranno assumere debiti. Non ripeteremo – ha assicurato Crocetta – gli errori compiuti con gli Ato”.
Insomma, la riforma è pronta. E dovrà essere varata entro il 31 dicembre. L’ultimo scoglio da superare, sarà quello del vaglio del Commissari dello Stato: “Il commissario – spiega Crocetta – aveva posto un solo problema: voleva che si fissasse un termine per i commissariamenti, e lo abbiamo risolto. Potrebbe impugnare la norma perché anticostituzionale? Credo sia anche giunto il momento che il Parlamento siciliano affermi la propria autonomia. La nostra Costituzione è lo Statuto. Se il Commissario interverrà sulla norma, ce la vedremo di fronte alla Corte Costituzionale”.
Nel frattempo, partono i commissariamenti, insieme ai “brindisi” del governo, che indica la strada anche all’esecutivo nazionale: “Il modello Sicilia – ha detto Crocetta – ha funzionato. E dall’Isola lanciamo un messaggio al resto dell’Italia: la contaminazione e la collaborazione possono produrre grandi e positivi effetti. È questa la strada per lanciare riforme senza precedenti. I grillini? Li ringrazio per aver compartecipato, ma la maggioranza ce l’avrebbe fatta comunque. Quella approvata, insomma, non è la ‘legge del Movimento cinque stelle’. Semmai – aggiunge – si potrebbe dire che senza questo presidente della Regione, la legge non sarebbe stata mai nemmeno discussa in Aula. Per questo – conclude Crocetta – ribadisco: lavoriamo tutti insieme, ma senza aspirazioni da prima donna da parte di nessuno. Nemmeno da parte dei grillini”.
Insomma, la vittoria, è vittoria di tutti.Un’approvazione, quella di ieri del maxiemendamento governativo, che ha rinsaldato le fila di una maggioranza immune dalla sindrome dei franchi tiratori. “E in effetti – commenta Crocetta – non c’è stato nemmeno un caso di questo tipo. Anzi, per quanto ne so, c’è stata qualche crisi di coscienza tra le fila del Pdl”. Un’opposizione che ha criticato la riforma, che potrebbe portare, secondo i deputati di centrodestra, alla nascita di una trentina di nuovi Consorzi. “Non è vero – precisa Crocetta – visto che abbiamo fissato paletti chiari per la formazione di quei consorzi. Intanto, le province attuali si trasformeranno automaticamente in consorzi, e il capoluogo diventerà il capofila della nuova entità. Tre di queste, invece, diventeranno città metropolitane. È vero che per formare un Consorzio serve una popolazione minima di 150 mila abitanti, ma la nascita di un nuovo consorzio non può comportare la soppressione di un altro. Nelle nostre previsioni – aggiunge Crocetta – oltre a quelli che coincidono con le Province, potrebbero nascere Consorzi nei territori di Marsala, Caltagirone e nella zona di Gela. Poi, forse, qualche possibilità c’è anche sui Peloritani o sui Nebrodi, a causa della peculiarità dei luoghi”.
Ma la nascita di nuovi consorzi, spiega il governatore, non si dovrebbe tradurre in una proliferazione di cariche e indennità: “Intanto – spiega – abbiamo previsto una elezione di secondo grado. E nella nostra idea di riforma, i presidenti dei Consorzi, che saranno comunque sindaci della zona, non riceveranno alcuna indennità aggiuntiva, escluse le spese per le trasferte”. E il presidente respinge anche le critiche che paragonano la riforma delle Province a quella, fallimentare, degli Ato. “I consorzi – puntualizza Crocetta – non riceveranno somme dalla Regione, ma si finanzieranno attraverso i fondi dei Comuni. E anche per questo, non potranno assumere debiti. Non ripeteremo – ha assicurato Crocetta – gli errori compiuti con gli Ato”.
Insomma, la riforma è pronta. E dovrà essere varata entro il 31 dicembre. L’ultimo scoglio da superare, sarà quello del vaglio del Commissari dello Stato: “Il commissario – spiega Crocetta – aveva posto un solo problema: voleva che si fissasse un termine per i commissariamenti, e lo abbiamo risolto. Potrebbe impugnare la norma perché anticostituzionale? Credo sia anche giunto il momento che il Parlamento siciliano affermi la propria autonomia. La nostra Costituzione è lo Statuto. Se il Commissario interverrà sulla norma, ce la vedremo di fronte alla Corte Costituzionale”.
Nel frattempo, partono i commissariamenti, insieme ai “brindisi” del governo, che indica la strada anche all’esecutivo nazionale: “Il modello Sicilia – ha detto Crocetta – ha funzionato. E dall’Isola lanciamo un messaggio al resto dell’Italia: la contaminazione e la collaborazione possono produrre grandi e positivi effetti. È questa la strada per lanciare riforme senza precedenti. I grillini? Li ringrazio per aver compartecipato, ma la maggioranza ce l’avrebbe fatta comunque. Quella approvata, insomma, non è la ‘legge del Movimento cinque stelle’. Semmai – aggiunge – si potrebbe dire che senza questo presidente della Regione, la legge non sarebbe stata mai nemmeno discussa in Aula. Per questo – conclude Crocetta – ribadisco: lavoriamo tutti insieme, ma senza aspirazioni da prima donna da parte di nessuno. Nemmeno da parte dei grillini”.
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