sabato 16 marzo 2013

E meno male che avviene tutto in trasparenza. Meno male che hanno la democrazia diretta. Probabilmente questa aveva preso più voti di Crimi e questo non poteva essere. Perché Crimi é il portavoce ( adesso i ru........vidi si chiamano così) di Casaleggio.


GIOVANNA MANGILI LASCIA LO SCRANNO AL SENATO, IL MARITO E’ CONSIGLIERE COMUNALE: SONO AL CENTRO DI UNA FEROCE POLEMICA TRA GRILLINI
Salta la prima cittadina Cinque Stelle. E la motivazione potrebbe essere una parentopoli grillina. Giovanna Mangili all’apertura dei lavori parlamentari a si è dimessa «per motivi personali».
Una motivazione troppo vaga, che da subito ha suscitato dubbi.
ISCRITTA AL MOVIMENTO NEL 2012 - 
Alla base della decisione ci sarebbe una polemica interna tra gli esponenti lombardi del M5S. Mangili è infatti sposata con Walter Mio, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Cesano Maderno (Monza).
Inoltre è stata eletta con pochi voti e si è iscritta al Movimento solo nell’ottobre del 2012.
In occasione delle Parlamentarie, le primarie web convocate dal M5s per eleggere i candidati alle elezioni politiche, Mangili aveva ottenuto 231 voti, guadagnandosi il posto da capolista al Senato in Lombardia, seguita dall’attuale capogruppo a Palazzo Madama Vito Crimi.
E alcuni attivisti avevano parlato di cordate per farla eleggere, dirottando su di lei i voti degli elettori di Monza-Brianza.
Polemiche interni quindi che avrebbero portato Mangili a rassegnare le dimissioni da Palazzo Madama, «per ridare dignità ad una persona che ha sopportato in silenzio attacchi e per non danneggiare un Movimento che ha sempre sostenuto e che sempre sosterrà».
IL MARITO - 
A difenderla ci pensa però il marito e consigliere comunale del M5S Walter Mio che si Facebook scrive: «Alle accuse di inciuci, presunte impossibili ridicole cordate e parentopoli brianzole abbiamo deciso di rispondere con un gesto forte e chiaro: le dimissioni da senatrice di mia moglie Giovanna Mangili. Un modo deciso ed inequivocabile per dimostrare a quanti hanno sparso veleno sul desiderio di facili poltrone familiari».
LA POLEMICA SUI MEETUP - 
Le parole di Mio non placano però le polemiche. Sul MeetUp lombardo (il forum di discussione usato dai Cinque Stelle e dai sostenitori) si scatena una discussione furibonda tra gli attivisti. Molti gridano alla parentopoli.
E alcuni si spingono a denunciare casi di manovre precedenti alle candidature anche per le elezioni regionali in Lombardia.

(da “il Corriere della Sera”)

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