Aggiornamento ore 16.24 Alla fine hanno deciso per alzata di mano a maggioranza di non dare l'appoggio a Piero Grasso per la presidenza del Senato, ma i senatori del M5S si sono spaccati su questa decisione, nel corso di una riunione molto tesa, durata circa due ore nell'aula della commissione Industria di Palazzo Madama.
L'indicazione data all'inizio ai giornalisti dal capogruppo Vito Crimi era che si sarebbe mantenuta la posizione di non votare il candidato Pd, ma non tutti i 5 Stelle erano d'accordo e le solide mura dell'aula che ospitava la riunione non sono riuscite a coprire la tensione esplosa anche in alcune urla.
Il dibattito si è protratto a lungo e per tutta la durata, come ha ammesso un senatore, ha prevalso "l'incertezza". Il profilo di Piero Grasso non è infatti sgradito ai senatori M5S e il "rischio" di poter con il proprio voto contribuire all'elezione di Renato Schifani faceva propendere alcuni per l'attribuzione della preferenza al candidato del Pd.
Al termine si è dunque votato per alzata di mano. Ma non tutti hanno partecipato alla scelta: Vito Petrocelli ha abbandonato l'Aula prima che il voto si svolgesse.
La mossa del Partito democratico non spiazza il Movimento 5 stelle. Che nel corso della quarta e ultima votazione alla Camera ha continuato a votare Roberto Fico, così come a Palazzo Madama ha puntato deciso su Luis Orellana. E’ stato Vito Crimi a chiudere la porta: “Se li votino”. Quello che era parso un segnale nei confronti della pattuglia di Beppe Grillo, che aveva auspicato nomi autorevoli e specchiati anche nelle scelte degli altri partiti, sembra destinato a cadere nel vuoto.
Roberta Lombardi si è detta soddisfatta per le scelte del Pd: “Prendiamo atto del cambiamento, non ci troviamo di fronte ai soliti nomi”. Ma ha anche aggiunto: “Siamo rimasti alla vecchia logica della maggioranza che piglia tutto. Inoltre registro l’incoerenza di Nichi Vendola, che ieri aveva detto di voler votare il nostro candidato”. “Proseguiamo per la nostra strada” ha aggiunto Crimi. Dal gruppo del Senato la linea prevalente sembra essere quella di continuare a votare Orellana anche nel corso del ballottaggio, invalidando di fatto le 52 schede dei 5 stelle.
Ma qualche tentennamento la proposta del centrosinistra l’ha determinato. In Transatlantico tra i deputati grillini si commentava favorevolmente il nome di Laura Boldrini: “Non ho gli strumenti per dire di conoscerla bene – ha spiegato un giovane deputato – ma di sicuro è preferibile di gran lunga a Dario Franceschini”. Il segnale sembra essere arrivato. Di qui ad un cambio di linea il passo è probabilmente troppo lungo. Ma se alla Camera i 5 stelle hanno potuto continuare a votare Fico, in forza dell’autosufficienza del centrosinistra, discorso diverso si porrà per quanto riguarda il Senato.
Alle 16.00 inizierà la chiama per il ballottaggio, che vedrà in partenza Piero Grasso forte di 121 voti, contro i 117 di Renato Schifani. Al di là di quel che deciderà di fare Scelta Civica, un eventuale appoggio del Movimento 5 stelle a Grasso sarebbe determinante. I grillini si riuniranno in assemblea per decidere il da farsi, ma la gran parte del gruppo sembra compatta per continuare ad andare avanti senza mescolare i propri voti a quelli degli altri partiti.
“Noi ci consultiamo sempre fra di noi, e lo faremo anche questa volta, qualcosa potrebbe anche cambiare”, ha detto una senatrice uscendo dall’aula di Palazzo Madama. “Al di là del giudizio su Grasso, sarebbe comunque un portavoce del sistema”, replica una collega.
Troppo poco per parlare di una reale apertura al candidato Democratico? Le vicende delle ultime settimane porterebbero a questa conclusione, anche se le parole di Lombardi non sono da sottovalutare, ma sarebbe sbagliato sottovalutare l’imprevedibilità dei dibattiti assembleari dei 5 stelle.