mercoledì 11 gennaio 2017

Beppe Grillo vuole chiedere 250 mila euro a un eurodeputato

Marco Affronte vuole lasciare il gruppo del M5S al Parlamento Europeo: Grillo dice che deve pagare una penale in base a un contratto che ha sottoscritto (e che forse è illegale)

affronte-grillo
Mercoledì pomeriggio, con un post sul suo blog, Beppe Grillo ha detto che chiederà 250 mila euro di penale a Marco Affronte, un parlamentare europeo eletto con il Movimento 5 Stelle che oggi è passato al gruppo dei Verdi, a meno che Affronte non decida di dimettersi lasciando il suo posto in parlamento al primo dei non eletti del Movimento. Anche la deputata Daniela Aiuto aveva deciso di trasferirsi nel gruppo dei Verdi, che nel pomeriggio aveva accolto la sua richiesta insieme a quella di Affronte. Successivamente Aiuto ha cambiato idea e ha deciso di rimanere in EFDD, il gruppo di cui fa parte il Movimento 5 Stelle insieme al partito britannico UKIP.
Affronte ha deciso di lasciare il MoVimento 5 Stelle e passare ai Verdi. Gravi inadempienze al rispetto del codice di comportamento prevedono la richiesta di pagamento della sanzione di 250.000 euro prevista dal Codice comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo che lui e tutti gli europarlamentari eletti del MoVimento 5 Stelle hanno firmato. Affronte dovrebbe dimettersi immediatamente dal Parlamento Europeo e lasciare spazio a un eletto del MoVimento 5 Stelle. Se questo non avverrà, con i soldi della sanzione di Affronte, che gli sarà notificata non appena saranno svolte le procedure burocratiche, aiuteremo i terremotati delle Marche e dell’Umbria.
Affronte ha giustificato la sua decisione spiegando di essere contrario al comportamento che il suo gruppo ha tenuto in questi giorni. Domenica, con una votazione indetta improvvisamente sul suo blog, Grillo aveva annunciato la sua intenzione di cambiare gruppo, passando dall’EFDD al gruppo dei liberali europeisti di ALDE. Lunedì sera ALDE ha respinto la proposta di alleanza e Grillo ha deciso di rimanere all’interno di EFDD, che però ha imposto dure condizioni per accogliere nuovamente il Movimento.
Il contratto sottoscritto da Affronte è quello che sul sito di Grillo viene definito il “Codice comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo”. All’ultimo punto il codice prevede che:
Ciascun candidato del MoVimento 5 Stelle al Parlamento europeo, prima delle votazioni per le liste elettorali, dovrà sottoscrivere formalmente l’impegno al rispetto del presente codice di comportamento, con assunzione di specifico impegno a dimettersi da deputato sia in caso di condanna penale sia nell’ipotesi in cui venisse ritenuto gravemente inadempiente al rispetto del codice di comportamento e, in difetto, a versare l’importo di €250.000 al Comitato Promotore Elezioni Europee MoVimento 5 Stelle che lo devolverà ad ente benefico.
Il codice specifica che per considerare un parlamentare “gravemente inadempiente” serve un voto degli iscritti al Movimento residenti nella circoscrizione in cui il deputato è stato eletto:
Il deputato sarà ritenuto gravemente inadempiente laddove, secondo il principio della democrazia diretta, detto “recall”, già applicato negli Stati Uniti: i) almeno 500 iscritti al MoVimento 5 Stelle alla data del 31/12/2012 residenti nella circoscrizione nella quale il deputato è stato eletto abbiano motivatamente proposto di dichiararlo gravemente inadempiente; ii) la proposta sia stata approvata mediante votazione in rete a maggioranza dagli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 30/6/2013 residenti nella circoscrizione nella quale il deputato è stato eletto
Al momento non c’è stata alcuna votazione su Affronte. Nel suo post Grillo dice che l’eurodeputato non sarà dichiarato gravemente inadempiente, e non gli saranno chiesti i soldi previsti dalla penale, nel caso in cui decida di dimettersi. In molti hanno dubbi sulla legalità del contratto fatto sottoscrivere dai deputati europei, che è molto simile a quello sottoscritto dai candidati al consiglio comunale di Roma e dalla sindaca Virginia Raggi. Il contratto, infatti, limita in maniera sostanziale la possibilità del deputato di esercitare il proprio mandato in libertà, una prerogativa di quasi tutte le costituzioni europee.

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