venerdì 13 gennaio 2017

O leghisti come Salvini offendono tutti e tutto e poi si rivolgono alla magistratura per querelare persone perbene. Una vera vergogna. E' incredibile come qualcuno possa votare un partito come questo. Ha ragione Bossi a dire che Salvini dovrebbe andarsene da segretario perché la base non lo vuole.

Dire che la Lega Nord è un ‘partito razzista’ non è diffamazione, dice il Gip

Lega
Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini prima dell'incontro con la stampa estera a Roma, 12 febbraio 2014.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il Gip di Milano dà torto a Salvini: Kyenge non lo diffamò
 
Aveva definito in un articolo la Lega Nord “partito razzista” ma per il gip del Tribunale di Milano, Maria Vicidomini, non si è trattato di diffamazione, ma di esercizio di “critica politica”. Questo il giudizio contenuto nell’ordinanza di archiviazione della querela per diffamazione presentata dal leader della lega Nord, Matteo Salvini, contro l’ex ministro dell’Integrazione, Cecile Kashetu Kyenge.
Insomma per Salvini e company è un grosso autogol. Di fatto, l’ordinanza giudica come razziste – seppur in modo in diretto – le offese dirette alla Kyenge quando ricopriva l’incarico di governo. Secondo il gip, infatti, i due articoli oggetto della querela  -pubblicati nel marzo 2015 e apparsi su Affari Italiani e Editoriale Padano – “rientravano pienamente nell’esercizio del diritto di critica politica, in quanto le affermazioni della Kyenge inerivano ad un più complesso discorso dell’indagata, nella sua veste di europarlamentare, relativo alla necessità di monitorare le modalità di attuazione della legge Mancino”.
In particolare, nel secondo articolo “l’affermazione dell’indagata che la Lega Nord fosse un ‘partito razzista’ era spiegata dalla stessa Kyenge per l’assenza di sanzioni del partito verso i suoi esponenti che facevano dichiarazioni razziste, difendendoli anzi nelle aule giudiziarie; il riferimento, implicito, è alla vicenda Calderoli (che paragonò la ministra ad un orango, ndr) in relazione alla quale la Kyenge ha attivato plurime iniziative, facendosi portavoce di una battaglia, politica, per l’affermazione dei principi di non discriminazione razziale anche in ambito istituzionale. Da ciò discende il pieno rispetto dei limiti della critica politica in quanto le forti espressioni utilizzate, lungi dall’essere generiche e risolversi in frasi gratuitamente espressive di sentimenti ostili, erano collegabili allo specifico episodio”.
Nell’articolo apparso su Affari italiani la Kyenge aveva scritto: “Sanzionare quei partiti o quei gruppi politici o non politici che si fanno portavoce di discorsi che contengono un contenuto razzista o fascista. Esiste la Legge Mancino, che per prima cosa va applicata ma che va anche rafforzata. La mia impressione è che non c’è la consapevolezza che esiste in Italia una norma che regola il vivere civile” per poi precisare “Questo discorso non riguarda solo la Lega ma in generale tutti i partiti, è trasversale. Insieme dobbiamo riaffermare i valori della società, valori oggi sempre più a rischio. Valori che ripudiano razzismo, fascismo e violenza”. Qui l’intero articolo.

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