M5S in tribunale: ecco i tre fronti che scottano. E Grillo trema
La legalità dei contratti che il M5S fa firmare ai suoi è messa in dubbio da più parti
Altro fronte caldissimo è quello romano. La prima sezione del Tribunale civile di Roma domani si riunirà in camera di consiglio per valutare l’ammissibilità di un ricorso che potrebbe cambiare la storia del Movimento 5 stelle e che potrebbe far luce su un fatto non di secondaria importanza per la vita politica italiana: nientemeno l’illegalità costituzionale del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
Nel ricorso presentato da Venerando Monello, l’avvocato che ha presentato il ricorso, viene infatti denunciata la sottoscrizione da parte di Virginia Raggi di un contratto in base al quale ha accettato esplicitamente di essere commissariata da Grillo e Casaleggio, impegnandosi a pagare 150 mila euro per un eventuale danno di immagine. Una firma che renderebbe la sua candidatura di fattonulla, perché viola diversi articoli della Costituzione e regolamenti del comune di Roma. L’avvocato raggiunto telefonicamente da Unita.tv preferisce attendere domani per commentare il ricorso, ma viene sottolineata l’importanza della sentenza. In ballo c’è l’integrità dell’istituzione della carica di sindaco.
Anche nel caso dei consiglieri comunali (e dei sindaci) vale la regola del “vincolo di mandato”, cioè dovrebbero essere liberi agire (e votare) secondo coscienza. Evidente però che, se la sentenza annullasse il contratto sottoscritto da Raggi, segnerebbe un discrimine importante nelle vicende dei Cinquestelle. Da questo si determinerà il futuro della politica dei Cinquestelle.
Ma non finisce qui. Perché è prevista per oggi la notifica a Beppe Grillo dell’atto di impugnazione da parte di cinque iscritti del Non-Statuto e del nuovo regolamento del M5Sche regolano espulsioni e sospensioni. L’atto curato dall’avvocato Lorenzo Borrè (che ha rappresentato 31 espulsi M5S di Napoli e Roma, trenta dei quali reintegrati) sarà depositato in Tribunale a Roma per chiedere di “sospendere lo statuto e il regolamento modificato”.
Secondo l’accusa, il Non-Statuto e il regolamento violerebbero il principio assembleare. Non solo, le accuse sono di mancanza del quorum, indeterminatezza delle modifiche sottoposte al voto, violazione della libera espressione e il fatto che, almeno in un caso accertato, a un iscritto a cui non è arrivato il certificato di espulsione è stato però tolto l’account per votare. Si dovranno aspettare almeno due settimane per sapere qualcosa di più.
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