Sono Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede: secondo il Corriere le due nomine servono a legare a doppio filo rosso Genova (ovvero Beppe) e Roma
Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro sono i due deputati che Beppe Grillo ha inviato in Campidoglio per “controllare” il lavoro di Virginia Raggi dopo le dimissioni e le vicende giudiziarie che hanno colpito la Giunta. Andrea Arzilli sul Corriere della Sera ci racconta che i due fungeranno da “tutor” per la sindaca:
Negli accordi di Raggi con Grillo e Casaleggio, infatti, non c’era solo la rimozione di Daniele Frongia dal ruolo di vicesindaco, di Salvatore Romeo dalla segreteria e di Renato Marra, fratello di Raffaele promosso al Turismo e oggi ricollocato alla Polizia municipale. Ma soprattutto la ricomposizione della squadra secondo coordinate precise: uomini di fiducia del Movimento e professionisti di comprovata esperienza, meglio se pescati al di fuori del circuito romano. Per questo Bonafede e Fraccaro lavorano da settimane anche sui nomi.
Sul capo di gabinetto ci sono riflessioni in corso, l’incarico è delicato e i curricula li sta vagliando direttamente la Raggi. Ma quello del 56enne Franco Giampaoletti per il posto da direttore generale è particolarmente caldo: l’idea sarebbe quella di affiancare l’ex city manager del Comune di Genova al segretario generale Pietro Paolo Mileti, già insediato a Roma, per ricomporre la coppia che ha retto la giunta di centrosinistra del capoluogo ligure.
Secondo il Corriere le due nomine servono a legare a doppio filo rosso Genova (ovvero Beppe) e Roma:
A dicembre, in sostituzione di Paola Muraro all’Ambiente, era arrivata Pinuccia Montanari, anche lei con un’esperienza recente a Genova. Il filo rosso che lega Roma alla città del Garante potrebbe rinforzarsi ulteriormente. Ma sull’investitura del nuovo direttore generale insistono ancora due questioni. La prima riguarda l’attuale occupazione di Giampaoletti che, i primi di dicembre, ha lasciato il Comune di Genova per entrare in Unicoop Tirreno con incarico apicale al Personale. «Ma nel caso lascerebbe Unicoop», Bonafede ha tranquillizzato il M5S, confermando la svolta «nordista» del Campidoglio, iniziata con l’ingaggio del veneto Massimo Colomban. La seconda è sullo stipendio di Giampaoletti che a Genova percepiva 132 mila euro lordi: si vuole schivare una nuova grana sui maxistipendi.
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